Dieci cose che ho capito del maestro Mancini

Non parlerò più del caso Mancini-Sarri, perché mi ha stufato con le sue ipocrisie. Ma prima vi dico che dieci cose in proposito le ho capite, e provo a dirle
  • di Boris Sollazzo

    1. Sarri ha sbagliato. E lo sa e lo sapeva da subito. Il suo viso, le sue goffe frasi a caldo, le scuse erano più sincere di tutto ciò che si è poi visto nello studio Rai e della studiatissima bomba manciniana.

    2. Il Napoli deve fare l'ultimo salto verso la maturità. Sarri è stato pollo, la società poco pronta a reagire all'agguato mediatico di Mancini. Lui doveva essere sfacciatamente onesto come sempre, qualcuno doveva correre nello spogliatoio e dire “ammettilo e passa avanti”, De Laurentiis la difesa del comunicato post squalifica doveva farla subito, di persona e con un tweet. Abbiamo un grande direttore della comunicazione, facciamolo lavorare.

    3. Mancini chiede la radiazione di Sarri. Mancini si fa intervistare da Repubblica e parla di gente che si suicida per certi insulti. Fortuna che Da Ronch, collega della Gazzetta, è sopravvissuto dopo che Roby lo ha apostrofato con “frocio di merda”. Mancini smentisce e annuncia querele. Mancini che alla Rai sembrava colpito a morte, accetta le scuse. Il tutto in meno di 100 ore. Ma era in buona fede, certo.

    4. Sarri è un genio. “Potrei avergli detto democristiano” a caldo, e “la prossima volta lo chiamerò biondo” a Striscia, sono battute geniali.

    5. L'omofobia è uno dei delitti civili peggiori. Ma le parole sono così poco importanti in confronto ai fatti – pare che Mancini non sia al Family Day e neanche i suoi tirapiedi con penna e microfoni – che Grillini a noi ha detto che non si deve esagerare con la reazione e che l'arcigay Campania pagherebbe persino la multa di Maurizio. Insomma le presunte vittime hanno capito meglio di altri il senso di quella sfuriata. E da giorni ricevo sms divertiti in materia da parecchi amici gay (sì li ho anche io).

    6. “Ho molti amici gay”. Pare che sia questa frase ad aver indignato molti benpensanti perché spesso usata dagli omofobi (come loro) per giustificare espressioni scorrette e offensive. Maurizio li ha davvero però. E ne aveva: due sono morti. E probabilmente anche con loro si lamentava del fatto che il calcio fosse uno sport per froci e che non sopportava i colleghi damerini che vanno a piangere dalla mammina Rai. Questo sport ha una retorica maschilista (lo dimostra il quarto uomo che sminuisce per stessa ammissione di Mancini: quanti frocio sentirà a partita?). Non ce ne accorgemmo con Totti, ma con Sarri sì. Toh. E neanche con Materazzi. Ma con Sarri sì. Incredibile.

    7. Per Mancini (e per tutta l'Italia che lo ha eletto a paladino) inneggiare alla distruzione di una città e allo sterminio di un popolo è sfottò da stadio. Finocchio, detto da una sola persona e in trance agonistica, un'offesa che può portare alla morte. Ho un'idea, allora, per una risposta civile a questa disparità: usiamo d'ora in poi Mancini come insulto. Sei un Mancini! Pezzo di Mancini! Mancini di M! Ecco, forse ho sagerato, scusate, mi sembra troppo volgare, non riesco a immaginare un nemico che odio così tanto da appellarlo così.

    8. Il Napoli fa paura. Non lo dimostra tanto Mancini, che pure come i fatti evidenziano, cercava solo di destabilizzare l'ambiente (e che, Genova ci dirà, forse otterrà l'effetto contrario), ma Boban e Severgnini. Che vedono lo stadio come un tempio: i giocatori non devono cantare, esultare e fare il giro di campo per il primo, non devono fischiare gli avversari durante il possesso palla degli stessi per il secondo. Inciviltà! Praticamente Wimbledon: tutti vestiti di bianco, tutti silenziosi. Poi lì si vendono le partite. Ipocriti e felici, come piace ai radical chic. Dovrebbero essere coperti di risate beffarde opinioni così, qui hanno lo spazio mediatico più importante. Perché sparare su Napoli non è solo consentito. È sempre gradito.

    9. Ho un'idea. Impegniamoci al massimo. Proviamo a finire questo campionato alla grande. E in caso di feste, facciamo un gay pride azzurro. Dobbiamo davvero spiegare a questi buzzurri del nord che Napoli, nota per la sua tolleranza, a differenza delle loro città non ha mai avuto bisogno di un ghetto? Che accoglie tutti, dalla Apple ai clandestini? E leggetevi Leopardi per scoprire quanto Napoli fosse e sia sessualmente libera e senza pregiudizi.

    10. State attenti. Lino Banfi che canta “non sono frocione non mi chiamo fri fri”, Francesco Nuti che dice “Je suis frocio, tanto tanto frocio” non fanno ridere! Invece ironizzare sulla sessualità di un vostro amico maschio molto elegante, quello sì. Lo fate sempre a cena, quando lui non c'è, nelle vostre case borghesi,no?

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