Extravascio, Don Ciro e il "suo" derby

Il derby delle Due Sicilie è servito! Una serata di gala, tutti in poltrona a gustarsi questa partita dai sapori antichi, che ricorda i fasti di un glorioso passato
  • di Manfredi "Freddy" Adams

    Il derby delle Due Sicilie è servito! Una serata di gala, tutti in poltrona a gustarsi questa partita dai sapori antichi, che ricorda i fasti di un glorioso passato. Si sfidano Palermo e Napoli, le Capitali di un Regno cancellato appena 155 anni fa ma che veniva rispettato da tutto il mondo, grazie ad alcune eccellenze in campo navale ed industriale, accademico e scientifico. In occasione delle partite degli anni scorsi il nostro più illustre inquilino, Don Salvatore, ci ha sempre raccontato, da grande esperto di Archivi storici, tantissime vicende legate al nostro laborioso popolo, alla nostra indole cordiale, alla nostra predisposizione benevola nei confronti degli altri (in Sicilia come in tutto il Sud) e poco incline alle guerre di conquista. Se paragonato al resto del mondo, dalle nostre parti si stava bene, nel nostro Regno avevamo tutto ed è per questo che siamo stati sempre visti preda da arraffare e da sfruttare. Ieri gli zolfi, oggi le trivelle ed il petrolio lucano. Soltanto dopo più di sette secoli, e precisamente dal 1861, siamo stati annessi ad un altro Regno, diventando italiani (ai posteri considerare se per fortuna o purtroppo). I dati di fatto, a partire da quella data, sono incontrovertibili: delinquenza in aiuto al nuovo regime; impiegati stranieri (piemontesi) a stravolgere usi e costumi consolidati; stati d’assedio, fucilazioni sommarie a chi si ribellava (alla faccia delle libertà dei Savoia!); conseguente emigrazione per chi aveva perso il lavoro o non voleva arruolarsi per sette anni nel nuovo esercito. Lo sfascio di un popolo… pe’ ffurtuna nunn’avimmo perso una certa identità, il nostro animo ha resistito ad ogni bruttura e privazione, e da popolo con un certo tenore siamo diventati quelli dell’eterna “questione meridionale”, un abbandono mai risolto dai Governi centrali, sempre meno presenti in luoghi dove invece c’era bisogno digestione diretta e non demandata ad altre “forze”. Ogni tanto ci ritorno su questo discorso, sapite pecché? Pecché oggi è troppo facile denigrare il popolo meridionale doppo ca è stato condannato al nulla. È comme a ‘nu criaturo che cresce in una famiglia povera ed abituata a mille espedienti pe' campà, mentre il nostro fratello nord (il popolo del nord Italia) cresciuto in famiglie benestanti ed in cui non è mai mancato niente, ha sicuramente avuto più possibilità. Chiste oggi sapite che fanno? Invece di capire certe situazioni, ci offendono pure e ci fanno sentire inferiori. E le tv, i giornali, fanno 'o riesto. Sulla partita: “Contro le squadre del Sud, questo senso di appartenenza ad una terra in comune, travalica anche il legame con i propri colori calcistici”, ci dice sempre Don Salvatore ed allora godiamoci la festa di popoli sempre stati amici, anche se ultimamente, il gemellaggio di una frangia di tifosi palermitani con la Roma ha lasciato qualcuno abbastanza perplesso. In settimana ennesimo terremoto in casa rosanero con l'arrivo dell'ennesimo allenatore, credo sia l'ottavo ribaltone. Stavota è arrivato il nostro Walteruccio irpino, ex allenatore dei tempi di Schwoch e Stellone e di una promozione in Serie A. Se vede subbeto ca 'stu Palermo è cchiù tuosto e pressa sistematicamente, ma quanno 'o Napule joca è 'nu spettacolo! Un primo tempo perfetto, con 70% di possesso palla, la dice tutta sugli equilibri in campo ma purtroppo signammo sulamente 'nu golle su rigore e pe' ppoco, dopo una loro ripartenza, ne stevemo acchiappanno uno dal loro giocatore più tecnico. Nce ha penzato Pepiciello a pporta a dire no, stasera nun se passa! Il Napoli ha macinato tantissimo gioco, mi ha fatto addecreare, sembrava volesse controllare ma in realtà ha provato tantissime volte a marcare la rete della sicurezza, soprattutto lo doveva fare, accussì nce venevano meno palpitazioni quanno 'o Palermo pruvava a reagire, ma a parte un paio di cross, onestamente, la serata della nostra difesa è stata molto tranquilla. Se Lorenzuccio bello, il nostro core scugnizzo, sulle sette occasioni capitategli avesse avuto più lucidità, ogge stévemo parlanno di un'altra goleada, ma nun se pònno vencere tutte 'e ppartite 3-0: gustiamoci la vittoria per una partita nata difficile sia per l'ambiente nuovo dovuto al cambio di allenatore, sia per la pressione psicologica quanno sai ca tutti hanno venciuto e tu devi fare per forza lo stesso. Per non perdere il treno… A chisto punto nun vulimmo perdere, a nove giornate dalla fine, l'ultima speranzella di provare a dare fastidio alla capolista che stà annanze di soli tre punti, e per gli amanti del solo risultato, anche se non copioso, arricurdàmmece ca pure ll'ate venceno 1-0 e vanno avanti con il lusinghiero appellativo di squadre ciniche. Levatevi dalla capa che se non era per il rigore facevamo 0-0, nunn'avimmo rubbato niente pecché il trio delle meraviglie llà annanze ha sciupato tantissimo. Se Lorenzuccio e Broccoletto di Brussèl ritroveranno lo smalto migliore, appriparammece ad un bel finale di campionato. Anche Gonzalone ne beneficerà e saranno fuochi a mmare! Si avvicina la festa del papà e cu’ ll’addore 'e zeppule dint' 'o Vascio, vi lascio. Vi auguro tante belle cose, una bella festa del papà in famiglia, pecché pure ‘o pate p’ ‘e figlie fa di tutto e soffre spisso senza maie parlà, ve vasa ‘nsuonno, ve vole bbene e t’ ‘o ddice quasi maje!

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