Io tifosa azzurra ho sposato un romanista: e vi giuro che il calcio non è violenza

L’incontro fatale? Sugli spalti dell’Olimpico durante Roma-Napoli del 2011. Un figlio di nome Diego. E un amore che può consentirsi anche gli sfottò. Ecco un’altra storia che “reclama” #LapacediCiro
  • di Mara Ottaiano

    Da napoletana e tifosa del Napoli di aneddoti inerenti rivalità , “razzismo” e intolleranza tra napoletani e romani potrei raccontarne tanti, avendo vissuto per circa 30 anni a Napoli e gli ultimi 4 a Roma, ma in nessun modo parlerebbero di violenza… Violenza della quale invece spesso si sente parlare, specie se i protagonisti sono gli appartenenti alle due  tifoserie “nemiche”, o se solo dicono di esserlo. Dopo la tragedia di Ciro poi la situazione è peggiorata: la madre è stata la prima a dichiarare di non volere vendetta, eppure c’è chi pensa di soffrire più di lei e di dovere in qualche modo rivendicare quella giovane vita inspiegabilmente spezzata… Assurdo no?! Se poi si pensa che la matrice di tutto ciò è una palla, la cosa si tinge di follia… Oggetto di forma rotonda capace di coinvolgere milioni di persone e fargli perdere la ragione.

    Qui la situazione è molto diversa, io correndo dietro al pallone invece di perdere ho trovato… l’amore della mia vita! Galeotta fu la partita Roma-Napoli del 12 febbraio 2011 giocata all’Olimpico: è in quell’occasione che ho conosciuto un tifoso romanista, romano da generazioni, che vivendo appieno la sua vita, nonostante l’amore per la “Magica”, non poteva non vedere, al di là della tifosa rivale e della sconfitta a suon di doppietta del prezioso Cavani, la donna che sarebbe di lì a poco diventata sua moglie… Ebbene sì, ci siamo sposati: e quella Napoli e quella Roma si sono unite per sempre. La nostra rivalità è diventata motivo d’incontro, la nostra battaglia calcistica è diventata il nostro quotidiano sfottò e le nostre diversità luogo di crescita e di scambio. Ancora oggi ci divertiamo un sacco a vedere insieme le partite, specie quelle che ci vedono scendere in campo l’uno contro l’altro, ognuno di noi due rispetta i propri rituali, ci insultiamo simpaticamente senza mai superare i limiti della decenza e accettiamo ogni volta che a vincere sia sempre solo il migliore.

    Ecco questa è una storia diversa dove non esistono coltelli e pistole, l’unica arma utilizzata fu la freccia di Cupido…

    Oggi resta un unico grande dubbio: da una mamma napoletana e un papà romanista, nostro figlio, nato a maggio di quest’anno, non è che ci tiferà Juve?! Sarebbe il colmo! Ma essendo il nostro motto “Uniti nella libertà”, anche lui sarà libero evidentemente di tifare chi gli pare senza per questo essere giudicato e perseguito!!!
    Una cosa è certa però: per il nome che porta, il mio bambino ricorderà sempre un grande Napoli e un grande calciatore… forza Diego!!!

    Ecco, per la serie “siamo democratici”, prima di inviare l’articolo mio marito l’ha letto, e ha “preteso” aggiungessi “Forza Roma”! Linguaccia a occhi serrati

    Questo è tutto!!! Buona vita e abasso Pollice versola violenza!!!

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