Le pagelle di Sassuolo-Napoli 1-1

E' ufficialmente una bestia nera il Sassuolo, soprattutto al Mapei Stadium. Sarri non ci ha vinto mai, forse ci ha perso uno scudetto, Ancelotti mostra qui il suo Napoli più brutto e sconclusionato. Alla fine il pareggio se non è d'oro, è di bronzo
  • di Boris Sollazzo

    Ospina sv: il suo talento è quello di ipnotizzare gli avversari. Abbiamo capito qual è la sua qualità, forse l'unica: di fronte a lui i giocatori dell'altra squadra la tirano fuori, anche da buona posizione. Il guaio è che quando per sbaglio la mettono nello specchio, magari anche con l'aiuto di un suo difensore, la palla entra (quasi) regolarmente senza sue apparenti responsabilità. In questo ricorda l'ultimo Pepe Reina. O un Karnezis bravo con i piedi.
    Portiere vero. Da condominio, però.

    Malcuit 6: la sufficienza la merita per quella diagonale difensiva da urlo nel primo tempo su Djuricic. Poi giochicchia, non riesce a calibrare cross decenti, sulla fascia non tira fuori neanche la sua consueta prepotenza fisica. Sembra ancora choccato per l'errore contro la Juventus.
    Il Malcuit minore.

    Chiriches 6,5: un mezzo voto di incoraggiamento in più, perché se la cava bene per essere uno che è stato molti mesi fuori. Sembra un Maksimovic più rozzo ma anche più efficace, non sbaglia nulla e con lui nel primo tempo non hai mai l'impressione di poterla perdere. Certo, giovedì, servirà molto di più. Di sicuro è uno che all'occorrenza azzanna il collo dell'avversario.
    Il conte Vlad.

    Koulibaly 6: sembra annoiarsi. E' così forte che sembra in crisi di motivazioni, da qualche partita pensa a fare il colpo ad effetto, la discesa in attacco, il gol che gli manca dallo Stadium e dietro si distrae. Sbaglia posizione, i tempi degli interventi, si fa superare da chi un tempo si mangiava a colazione. E soffre terribilmente l'assenza di Albiol che sa dirigerlo come nessun altro. Sembra il Kalidou che gioca nella sua nazionale. Deve tornare il top player che conosciamo se vogliamo sognare fuori dai confini.
    Senegalletto.

    Ghoulam 5: gioca da fermo. Lo ricorderemo per un assist a Verdi di buona fattura e per il fortunoso passaggio a Insigne nell'azione del pareggio, erroraccio che Magnanelli, con il suo buco (forse causato anche dalla botta presa poco prima da Diawara), trasforma in oro. Per il resto non c'è fisicamente, di testa, di piede. E' avvilente soprattutto quando cerca il numero e in pochi secondi ti fa rimpiangere la rubrica Vai col liscio di Mai Dire Gol e Mario Rui. La buona notizia è che quest'estate non se lo compra nessuno.
    Ghoulamaro.

    Verdi 5,5: ha i piedi educati ma il carattere di un'educanda. Nel primo tempo ha una delle migliori occasioni della partita ma la manda alta. E' il classico giocatore da medio-piccola: un Saponara, un Morfeo, un Ciccio Cozza, un Corini. Ma con la tendenza a farsi male spesso e la sfortuna che quando gioca lui il Napoli decide di non conquistare calci da fermo, con cui qualche magia, magari, potrebbe regalarla. La verità è che quello bravo era Politano: meno tecnica, più cazzimma.
    Britos, Diawara, Verdi: da Bologna solo pacchi.

    Allan 6: ci mette la rabbia, prende un altro giallo per proteste, prova sempre a sradicare palloni e far ripartire il Napoli, ma a costruire non è capace e spesso sbaglia appoggi facili rischiando di far ripartire pericolosamente il Sassuolo. E' sfortunato sulla bella scivolata con cui contrasta Lirola sul gol del Sassuolo: 9 volte su 10 finisce quella palla in angolo, qui rimpalla e consente al grande incompiuto Berardi di segnarci contro ancora una volta.
    (F)Allan. 

    Diawara 5: vuole la cessione, si lamenta, si sente sottoutilizzato. Poi gioca e non noti la sua presenza. Nel senso che ti sembra di giocare in 10: in fase passiva è sempre in posizione sbagliata e taglia a metà la squadra consentendo agli avversari facili rovesciamenti di fronte senza trovare ostacoli, in fase attiva è lento, senza idee e con quello sfrontato coraggio del Bernabeu lasciato nello spogliatoio di quel Napoli-Chievo che rimarrà, probabilmente, il suo punto più alto in azzurro. Serve un regista, anzi due.
    E meno male che Carletto gli fa pure lezioni private.

    Ounas 6,5: non la passa neanche a pagarlo, e in questo è un giocatore d'altri tempi. Lo ammazzeresti soprattutto quando non la dà a Mertens liberissimo, ma è anche vero che è l'unico che azzarda stop arditi, dribbling, cambi di velocità. Nello squallore di oggi, comunque regala qualche emozione. Certo, deve diventare più concreto - la dimostrazione è l'assist soave per Insigne nel primo tempo, che la tira su Pegolo -, altrimenti lo ricorderemo come un Arturo Di Napoli più lezioso invece che come nuovo Lavezzi. Che poi, Arturino...
    La mela (passi, maledizione) di Adam

    Mertens 5: ti piange il cuore quando azzecca il tempo dell'inserimento, parte in contropiede solitario palla al piede e poi. Poi si gira, ha paura, si allunga la palla e non prova neanche a tirare o ad allargare per poi incrociare, si fa recuperare. Solo un anno fa avrebbe guardato davanti a sé, il portiere e l'incrocio dei pali e noi avremmo cominciato ad abbracciarci già dal filtrante che attivava il nostro folletto. Ora è involuto, meno esplosivo, più triste anche nelle espressioni facciali. Deve sbloccarsi, prima di deprimersi definitivamente. Forza Ciro, sei uno di noi.
    Drieste solitario y final.

    Insigne 7: Continuate a criticarlo, ma intanto all'inizio della partita sfiora il gol (non era fuorigioco e lui guarda il guardalinee, che sbaglia la segnalazione, una volta di troppo), su imbeccata di Ounas sbaglia il tiro ma azzecca l'inserimento e poi trova il pareggio su una palla sporca riuscendo a girarsi sul piede perno e facendo un tiro a giro difficilissimo perché da fermo, troppo vicino alla porta e senza poter mirare. D'istinto e talento: ecco, forse dovrebbe affidarsi più alla pancia, il ragazzo. Come quando tenta una serpentina impossibile nel finale di partita: lui ha la magia nei piedi deve provare ciò che gli altri neanche pensano.
    Lorenzo è tornato Magnifico.

    Luperto 5: gioca poco e si vede. Prova a immolarsi sul gol ed è decisivo. Ma per l'avversario. Nel finale copre malissimo le linee di passaggio e lascia al Sassuolo troppi spazi.
    Attenti al Luperto. A Salisburgo.

    Milik 5,5: ottiene un rigore. Ma il silent check glielo nega. Sbaglia un colpo di testa facilissimo, in presunto fuorigioco. Meno male, altrimenti avremmo dubitato del suo ingresso.

    Younes 6,5: quando entra hai la percezione plastica del disinteresse di Ancelotti per questa partita. Per fortuna lui non è d'accordo e si impegna, arriva sempre prima sul pallone, dà vivacità. Non fa nulla di eclatante, ma non è un caso che sia un suo doppio tocco sulla tre quarti ad aprire gli spazi per il gol. I suoi secondi 25 minuti in azzurro lasciano ben sperare.

    Ancelotti 5: 8 cambi, il turn-over per lui è un esercizio di stile. Mette una squadra a trazione anteriore per risparmiare più giocatori titolarissimi possibili per giovedì. Dimostrando paura per un'Europa League in cui dovrebbe perdere 4-0 per uscire (drammatica dimostrazione di debolezza anche mentale), eccessiva sufficienza nell'affrontare il campionato (guardate il calendario e le distanze da terza, quarta e quinta sono meno rassicuranti di quanto si possa immaginare) e l'incapacità di motivare una squadra che ha bisogno comunque di fare un grande finale di stagione e riserve che dovrebbero giocare alla morte e sembrano solo morti viventi. Sassuolo-Napoli è stata troppo brutta per essere vero e speriamo che sia figlia unica di madre vedova. Certo è che dal Mapei - dove non si vince da 5 anni - si esce col dubbio che i difetti del Napoli di Sarri siano ancora tutti là. Almeno in campionato.
     

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