Gabriel ai raggi x

Vita, morte e miracoli del nuovo portiere del Napoli.
  • di Francesco Albanese

    E' stato protagonista della storica promozione in serie A del Carpi, ma in pochi possono dire di conoscere davvero Gabriel. Abbiamo chiesto a Enrico Bonzanini giornalista di carpi de "Il Mostardino" di svelarci pregi, difetti e curiosità del nuovo portiere del Napoli. Ecco l'identikit.

    Personalità?
    "Cattura l'attenzione per la sua apparente apatia nel riscaldamento. In realtà è il momento nel quale prende confidenza con le linee del campo e i rumori dello stadio. Come un vero predatore studia il territorio e si prepara per rendersi letale, nel suo caso impermeabile. Non a caso nella passata stagione ha incassato la miseria di 24 reti in 40 partite giocate, diventando il portiere meno battuto della storia della Serie cadetta": 
     
    Uscite alte?
    "Perentorio e autoritario, parla molto con i suoi compagni di squadra diventando il vero padrone dell'area piccola specialmente nei calci piazzati conferendo sicurezza a tutto il reparto": 
     
    Uscite basse?
    "Assolutamente senza paura, sa, da buon brasiliano, giocare con disinvoltura anche lontano dai propri pali, sia che abbia il pallone fra i piedi sia in fase di non possesso e di pericolo per la propria porta. Baricentro basso e rapidità di corpo superiore alla media sa mantenere gli occhi sul pallone anche nell'uno contro uno con l'attaccante. Rarissimo che per le precedenti qualità sopra elencate causi dei calci di rigore. Mai un'uscita scomposta". 
     
    Tra i pali?
    "Reattività e capacità di anticipare la parata. Questo è Gabriel, basta riguardare gli highlights del Carpi della scorsa stagione per ammirare un repertorio di rara completezza di parate con i piedi sulla linea di porta. Reattività felina per l'appunto che gli consente di recuperare la posizione con una velocità superiore alla media. Le braccia prensili lo aiutano indiscutibilmente".
     
    Rigori?
    "Forse l'unica nota dolente del portiere brasiliano che proprio per la sua istintiva peculiarità di anticipare la parata spesso e volentieri viene spiazzato dal rigorista di turno. Nulla, a livello di freddezza, che non si possa migliorare data la carta d'identità decisamente lusinghiera (1992)". 
     
    Capacità di guidare la difesa?
    "Come detto prima parla molto e conferisce notevole sicurezza alla difesa. Sono certo che anche la difesa "azzurra" che nelle ultime stagioni spesso e volentieri ha sofferto di amnesie, ne gioverà con la presenza di questo estremo difensore che in Italia ha avuto un inizio non folgorante ma ha saputo ripartendo dalla Serie B crearsi un proprio percorso di crescita". 
     
    Difetti?
    "Non è amante della vita pubblica e mondana è molto riservato e di poche parole. Tutte caratteristiche che non sono un difetto in questo mondo, tuttavia sua estrema riservatezza potrebbe sembrare all'occhio non attento una forma di maleducazione ma vi assicuro che è un ragazzo d'oro". 
     
    Uomo spogliatoio?
    "Assolutamente. Religiosissimo, sa ergersi a riferimento positivo dello spogliatoio in rapidissimo tempo. Ama l'aggregazione e il fare gruppo, e sono certo che anche e soprattutto per questa qualità il direttore sportivo Cristiano Giuntoli lo ha voluto a tutti i costi strappandolo al Carpi che aveva fatto di tutto per riaverlo all'ombra di "Palazzo Pio". 
     
    Aneddoto?
    "Beh a Carpi nella passata stagione era arrivato per fare la riserva di Kelava tanto per intenderci. Pare assurdo, ma forse se il portiere slavo di proprietà dell'Udinese non avesse fatto quel colpo di testa facendosi cacciare rifiutandosi di sedersi in panchina a Crotone, alla seconda di campionato ad appannaggio proprio del brasiliano, forse non staremo parlando di Gabriel come mostruosa saracinesca biancorossa della passata stagione e ora nuovo estremo difensore del Napoli di Maurizio Sarri". 
     

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