Caro Boris, ma come fai ad essere così ottimista?
di Giulio Spadetta
Caro Boris, io non ti capisco proprio. Scrivi cose insopportabilmente allegre: “Sono felice”, “Non toccatemi Bigon…”. Scusa ma che dici? Ma tu queste cose le pubblichi apposta per provocare? Ma quali sostanze assumi per stare così? A me non basterebbe una parmigiana di melanzane tutta intera per avere il tuo stesso identico umore. Sto preoccupato. E incazzato. Eppure ti giuro che quest’anno ci avevo provato a mettermi l’anima in pace. Il mio meccanismo di autoconvinzione si fondava su un mantra: “Se l’anno scorso il mercato è stato incompleto nonostante la certezza di giocare la Champions e i 64 milioni di Cavani, figuriamoci quest’anno…”. Vabbuò, è stato un tentativo, ma non è servito a nulla ripetermi questa frase dieci volte al giorno. Finiti i Mondiali ho cominciato a stare in ansia come tutte le estati. E tu invece no. Tu credi nel Progetto. Tu sei felice. Ma il problema tuo sai qual è? Non ti ricordi le cose, perciò sei fiducioso. Ora ti rinfresco la memoria.
La scorsa stagione, alla faccia dei tuoi 104 criticabilissimi motivi di felicità, abbiamo pagato un alto prezzo per gli infortuni. E quegli acciacchi hanno evidenziato una volta di più le carenze numeriche della nostra rosa. I malanni di Higuain, Behrami, Hamsik e compari ci hanno tolto punti preziosissimi in più momenti fondamentali: Quella partita con la Roma (maledetto Pandev) te la ricordi? E la partita di Dortmund? E il balletto in difesa per affiancare Albiol (e all’inizio giocava Britos, poi Cannavaro, infine un clamoroso Fernandez)? Là dietro all’inizio della stagione ci fu un’alternanza affannosa che assomigliava molto alla nota pratica dello “scarti fruscio e pigli primiera”, frettolosamente imparata da Rafael Benitez. Una cosa va detta: a gennaio si è messa qualche toppa che ha retto bene. Soprattutto Jorginho mi ha dato un’emozione: non avevamo mai avuto quattro centrocampisti tutti assieme. In genere la formula era: “Tre più una pippa”. Te li ricordi Amodio, Blasi, Donadel, Radosevic? Eh?
Vabbé, questo è il passato. Parliamo di oggi. Che facciamo, lo compriamo qualche giocatore buono? O vogliamo stare dietro a Kramer per dodici mesi, come abbiamo fatto per Gonalons? E per fortuna che alla fine lo abbiamo preso, ‘sto francese… Ah, non è più venuto? E allora il tuo idolo Bigon che combina? A voi ottimisti non vi capisco proprio. I più insopportabili sono quelli che dicono: “Se passiamo il preliminare di Champions…”. Ma per carità. Qua per pigliare un Michu qualunque ci è voluto un mese, invece c’è chi pensa che a fine agosto nel giro di quattro giorni Riccardino tuo fa i blitz di mercato e si porta a casa i fuoriclasse… Ma non ci crederebbe nemmeno Boris Sollazzo a una cosa del genere…E comunque si potrebbe avere un giocatore sano? E qua pare un lazzaretto… Michu “reduce-da-un-lungo-infortunio”, Lucas Leiva pure… E poi scusa eh, ma il portiere chi lo fa? L’inesperto e convalescente Rafael, oppure Mariano “Zamora” Andujar? E in avanti possiamo vendere Zapata per sempre? O ti sta simpatico pure lui? Ma che te lo dico a fare, a te piaceva pure quel mercenario inutile di Lucarelli…A finale, caro Boris, ti sei pure sbilanciato: “Entro la fine del mese arriveranno due nuovi acquisti…” Boom!
Ok, stiamo al 22 luglio, mancano 9 giorni. Il Primo agosto non andare in vacanza che se non arriva nessuno mi devi offrire una pizza. Anzi, un calzone. E che sia ripieno di sano realismo.