Juventus-Napoli, l'altra campana
di Alberto Trevisan
Voglio raccontarvi il mio Juve-Napoli partendo da molto lontano. Quel giorno, grazie ad un non propriamente economico volo last minute, unito ad un altrettanto salatissimo quanto inaspettato biglietto di tribuna laterale, volai a Berlino da Tokyo, via Istanbul. Diciassette ore totali di volo mischiato a tanti tifosi asiatici blaugrana, e a pochi, ma commoventi fratelli con le maglie di Pirlo, Buffon e Del Piero (!). Arrivai alle 10.30 del mattino del 6 a Berlino, stanchissimo, ma carico di un enorme desiderio accarezzato in un sogno lungo 19 anni. La Juventus di Carlitos dopo averci fatto tremare e gioire tra i marosi di tutta Europa si giocava la Finale contro i più Grandi, contro il Più Grande. Quel giorno ho vissuto una giornata intensa, unica, tanto dolce quanto amara conoscendo uomini, donne e ragazzi danesi, tedeschi, spagnoli, napoletani, friulani, cileni, piemontesi, liguri, americani, persino molisani. Un caleidoscopio da tutto il mondo, una metropoli in festa in una mescolanza di birre, würstel, pizze, faijtas e vini italiani e spagnoli con un jet lag che teneva botta anche contro le ubriacanti finte di Neymar. È stato davvero un giorno che è valso la pena vivere. È stato un giorno che ci ha unito, seppur divisi da una pazzesca posta in palio e una fede calcistica diversa. Come sabato a Torino anche allora tanti Blaugrana nei nostri settori, e tanti dei nostri nei loro. Uniti ma divisi, sciarpe e cuori diversi, cori distinti ma negli occhi il rispetto. E poi ci fu la partita. Il Barcellona ha vinto, anche se la Juve pur soccombendo, non ha perso. Abbiamo sperato, tremato, pianto, gioito e pensato di poter trionfare in quel quarto d'ora di grande gioco prima della sentenza di Suarez. Così i più forti hanno vinto, meritatamente, la loro ennesima Coppa dei Campioni. Andai via dallo Stadio con l'enorme delusione di averla vista, di averla sfiorata ma di averla persa ancora una volta come in una ripetuta maledizione. Fu però nel ritorno a casa in mezzo ai nostri tifosi che ho inteso, ancora una volta, quanto è diverso il nostro atteggiamento di fronte alla sconfitta e quanta dignità e spirito sanamente sportivo c'è in tanta parte del nostro popolo. La Juve ci ha abituati a vincere, a gioire, a vivere la competizione cercando con pervicacia il risultato. Quando perdiamo noi tifosi non possiamo recriminare perché sappiamo che i nostri 11 ci mettono l'anima. Sempre. Tutta e senza risparmio alcuno, e col potenziometro fisso al 120% . È per questo che per noi è normale vedere Sturaro esordire in Champions senza nessuna remora e paura di James Rodriguez, è per questo che se ci negano un rigore solare o un fallo plateale dopo la prima naturale e umana imprecazione non ci pensiamo più, né in campo né sugli spalti perché l'arbitro è un uomo, esattamente come i nostri calciatori e può sbagliare, a nostro favore o contro. Accade, è accaduto, accadrà.
Dall'altra parte del mondo calcistico italiano c'è tutta una mistica di parte che sarebbe anche folcloristica se non arrivasse ad assumere toni, contorni e visibilità con paradossi abnormi. Questa settimana ne abbiamo sentite di tutti i colori, dai grandi Classici su Pechino alla originalissima intervista a Gigi Simoni passando per la crociata anti Rizzoli, di cui pare si occuperanno presto i tribunali italiani, continuando coi ricorsi al Tar per riaprire il settore ospiti, con le chiose e i traumi arbitrali subiti da Colonnese arrivando all'attacco di Auriemma, raggiante per la designazione di Orsato ma scandalizzato verso il guardalinee Di Liberatore, reo di aver non visto un millimetrico fuorigioco di Caceres e quindi, di default, inadeguato. Come se tutta questa gente non sbagliasse mai nella loro vita privata e professionale. Tutta questa sobrietà è stata ovviamente ignorata dalle parti di Torino. As Usual. Per il potere? Per la sudditanza? Per le manovre? No. Semplicemente perché ce ne fottiamo. E lo facciamo pur avendo dalla nostra parte una potenziale mistica non meno pregiata di quella dei Turone, dei Ronaldo, dei Muntari. Dalla piscina di Perugia al passaporto di Nakata fino ai rigori su Zalayeta, dal gol di Mijatovic fino al rigore su Pogba a Berlino avremmo potuto costruirci una saga del vittimismo e della lacrima degna della miglior tradizione interista. Anche in questo cari amici Napolisti siete certamente secondi in classifica e non di un solo, misero, punto...
Dalle sconfitte si impara a vincere, questa lezione a Torino l'hanno appresa dalla notte dei tempi. Chi comprava Boniperti? In primis chi lo purgava! Un esempio: Liam Brady. Io penso sinceramente che la società del Napoli stia facendo un lavoro enorme rispetto alle potenzialità della città e del brand Napoli Calcio. Trattenere Higuain a Napoli senza Champions e dopo le critiche feroci al giocatore da tutto l'ambiente Napolista seguite al finale della scorsa stagione sono un autentico miracolo, pari almeno a quello di essere a un punto dalla vetta a 13 giornate dalla fine. La sconfitta di ieri per moltissimi tifosi azzurri nasce semplicemente da O Mazzo di Zaza ed è un'ingiusta punizione per una partita che a tanti di loro è parsa addirittura dominata! Opinioni da cui dissento. Ho rivisto la partita stamattina e, per quanto sia stata realmente equilibrata, il Napoli mi è sembrato aver snaturato il suo gioco molto più di quanto abbia fatto sabato sera la Juventus. Higuain era lo stesso giocatore che ha segnato 24 gol in 24 partite. L'altro ieri in 94 minuti non ha avuto, se non da Hysaj, il benché minimo supporto da Insigne e Callejon, molto ma molto più preoccupati di coprire la mediana, rinculando costantemente sugli esterni bianconeri lasciando di conseguenza senza appoggi il Centravanti argentino. Avesse fatto lo stesso Luis Enrique a Berlino avrei, ne sono certo, ricordi molto più dolci di quella pazzesca giornata. A metà campo Marchisio ha gestito il tempo e le distanze dei suoi compagni di reparto impedendo al Napoli di avere gli spazi con cui solitamente gli azzurri creano triangoli e sovrapposizioni, precondizione delle penetrazioni di Higuain. Allegri poi, con il recupero di Khedira ha ritrovato un pilastro fondamentale eccezionale nel mettersi a cavallo delle verticali preferite da Jorgihno. La Juve il problema lo ha avuto con i due avanti, almeno finché non è entrato l'Amaro Lucano. Morata non è un centravanti, non ha i movimenti del centravanti, non ha la cattiveria del centravanti. Morata è una micidiale seconda punta, un giocatore di grande tecnica, un solido supporting cast. Morata non è Batman, è Robin. Morata è Morata vicino a Tevez, vicino a Zaza. E anche ieri sera, stretto nelle morse dei centrali azzurri non ha prodotto risultati apprezzabili. La conseguenza negativa è stato anche il depotenziamento di Dybala, micidiale quanto gioca fronte alla porta 1 contro 1, in difficoltà con difese pronte a raddoppiarlo o triplicarlo portandolo troppo all'esterno, o peggio quando è costretto a prendere palla lontano dall'area di rigore. In questi casi il valore, anche economico del giocatore, influisce sulle scelte di Allegri. Per questo Morata in, Zaza Out. Con l'ex neroverde dal primo minuto la gara sarebbe stata probabilmente diversa, con Mandzukic probabilmente ancora di più.
Su Orsato: per quanto mi interessi l'operato dell'arbitro non si può negare che il fischietto vicentino tendenzialmente lasci molto giocare tollerando contatti anche un pelo troppo duri. Lo spettacolo ne ha comunque beneficiato, qualche fallo su entrambi i fronti avrebbe potuto sanzionarlo ma non ha assolutamente, a mio parere, inciso sul risultato. Un elogio all'organizzazione di gioco di Allegri è d'obbligo. Bonucci, Barzagli, Evra hanno contribuito a tenere i Guanti di Buffon immacolati salendo a 570 minuti di imbattibilità. Il Napoli ha avuto un grande Allan, un Hysaj che non è più una sorpresa, un Koulibaly eccellente fino alla piccola decisiva sbavatura su Zaza. Nella Juve Barzagli ha giocato l'ennesima grande partita di questi anni. La pulizia di gioco e il candore di questo grande Uomo e molto sottovalutato difensore, mi fanno pensare che l'esempio di Gaetano Scirea non è stato inutile. E poi ancora Zaza. Un carattere un po' alla Balotelli, una fisicità importante e una cattiveria agonistica tipicamente Juventina. E in più è Terronissimo che per noi, al contrario delle favole mediatiche antigobbe, è un grandissimo valore. La cazzimma e l'umanità dei Furino, dei Conte, dei Sergio Brio, degli Schillaci, di Cuccureddu, di Anastasi, di Pepe, di Ferrara e Cannavaro sono pezzi di storia enormi nel Palmares Bianconero. E Zaza quell'ignoranza ce l'ha, quella Chiellinità offensiva che ha fatto sentire a Koulibaly quelle palle che a Morata a volte difettano ha fatto la differenza. E sono valse tre punti.
Questa è la Juve vista e vissuta da uno Juventino. Senza pregiudizi, senza misteri. Sangue e merda, orgoglio, rabbia, pervicacia, classe e italianità da tutte le regioni. Perché la Juve rappresenta davvero tutta l'Italia, Napoli compresa! È proprio la civiltà Juventina di vedere scugnizzi napoletani con le loro sciarpe mischiate in mezzo ai nostri senza che nascano problemi è stata una delle cose più belle della serata. Senza Vesuvio, senza munnezza. Semplicemente Civiltà. Quando accadrà anche a Napoli, città invero tollerante, disincantata, di fantastica umanità ma ossessionatamente anti juventina, forse la storia cambierà, e probabilmente quel masotto che avete nei calzoni quando ci affrontate sul campo con la palla, e non con le palle dei pasdaran travestiti da giornalisti, forse sparirà e i risultati forse saranno diversi da quelli dell'ultimo lustro. Di certo una partita non cambia la storia, quest'anno il Napoli sembra pronto davvero al grande risultato. La Juve non mollerà, è il suo DNA. Il Campionato, ovvio, è apertissimo. Vinca il Migliore. Come sempre accade. Buon calcio a tutti, Juventini e NON!!!