Niente di nuovo

Tra errori evidenti sottoporta, approccio alla gara e lamenti post partita, rispetto al passsato il passo avanti ancora non arriva
  • di Antonio Moschella

    È inutile negare che Ocampos abbia abbrancato il pallone in un raptus nel quale pensava di essere Perin. È inutile negare che Milik è stato strattonato mentre andava verso la porta. Così come è anche inutile negare che, traversa di Hamsik a parte, questa sì imputabile alla sfortuna, Insigne abbia passato il pallone a Perin con l'insufficienza di chi continua a cercare il colpo di bilardo invece di quello di maglio. L'estetismo a volte è ingannevole, dunque il bel gioco ormai strutturale del Napoli a volte tende a mascherare delle lacune di efficienza, proprio come ieri. Come ha ben detto Sarri si è dominato per 85 minuti, ma alla fine le occasioni più nitide le ha avute Giovanni Simeone, che dal padre ha evitato poca cattiveria e concretezza, ed è stato Reina il principale eroe partenopeo, rispondendo alle recenti critiche con due interventi di puro istinto che solo l'esperienza ti porta ad avere.

    C'è chi propone un confronto con la classifica di un anno fa, evidenziando che adesso il Napoli ha un punto in più, senza però far notare che la Juve è di nuovo sopra e che Inter e Roma incalzano a una sola lunghezza. Se a qualcosa serviva vincere ieri era, infatti, soprattutto per tenere lontani nerazzurri e giallorossi, che daranno battaglia fino a maggio nel campionato che si giocherà dietro la Juve, che difficilmente inciamperà di nuovo. Ed è qui che gli azzurri palesano il mancato salto a livello mentale rispetto non solo alla stagione scorsa ma anche agli ultimi venticinque anni. L'aria rarefatta della cima appesantisce le gambe e annebbia il cervello ad Hamsik e compagnia, e se perfino Callejón stecca in attacco e a spiccare sono Koulibaly e Reina, allora un problema c'è, ed è sempre lo stesso. Il Napoli non è ancora capace di reggere la pressione. Certo, un pareggio a Marassi contro questo Genoa non è da buttare, visto che sul finale si poteva anche perdere, ma è l'ennesima riprova della poca solvenza azzurra in partite come queste dove un gol decide tutto.

    Niente di nuovo, quindi. Siamo ancora secondi e il campionato è appena iniziato. Lamentarsi sui rigori non dati, però, è da mediocri, e né il Napoli né Sarri lo sono. Lasciamo agli altri le polemiche varie sugli arbitraggi e ricordiamoci che agli azzurri non servono rigori per vincere. Anche perché quelli poi bisogna anche saperli segnare.

     

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