Il gigante e il bambino
di Tania Sollazzo
Ron nel 1971 cantava: è la mano del gigante su quel petto di creatura, scioglie tutta la paura, è un rifugio di speranza' (Il gigante e la bambina, Ron, 1971). Il gigante è Duvan Zapata 1 metro e 86 di muscoli, spalle ampie e possenti, maglietta iper aderente che sembra doversi strappare da un momento all'altro, il bambino è Insigne, piccolo veloce e monello. Sembrano molto diversi ma in realtà lo sono solo fisicamente, perché in comune hanno molto: stesso sguardo, stesso sorriso, identica determinazione! Nei loro occhi, se li osservate bene, troverete la stessa voglia di vincere e convincere, la voglia di stupire e farti urlare. Non solo lo sguardo è identico, ma anche il goal che ha segnato Duvan contro il Marsiglia è quello che Lorenzo prova e cerca di segnare ogni volta che scende in campo. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno Zapata ci avrebbe fatto urlare fino allo sfinimento? Diciamo la verità, appena entrato abbiamo pensato tutti "questo sarà il classico bradipo" e invece ci ha stupiti tutti, nessuno pensava che potesse segnare, nessuno credeva nelle sue possibilità. Eppure il gigante è stato ' un rifugio di speranza'. Come lo è Insigne, perché ogni volta che gioca noi speriamo di vedere la sua consacrazione: non solo giocate di fino, ma maggiore concretezza, perché è vero che ci fa divertire con le sue progressioni e la sua velocità ma è anche vero che noi vogliamo che si gonfi la rete!
Il bianco e il nero, la possanza e la velocità, l'articolo IL, come una matrioska l'uno fa parte dell'altro, Insigne è parte di Zapata. Sarebbe divertente vederli giocare insieme chissà se Benitez ce lo concederà. Intanto noi ci godiamo la zampata di Zapata che qualche minuto a Marsiglia con Lorenzinho se l'è fatto: ma lì, tutti e due pensavano solo a difendere il risultato, a prender falli, a portare a casa la vittoria.