Buon compleanno, capitano
di Francesco Bruno
Forte, tignoso, insuperabile. Secondo alcuni addirittura un Thuram con meno classe ma più tenacia. Ma per chi ha seguito negli anni '80 le sue gesta dalla Curva B Beppe Bruscolotti resta soprattutto Pal'e fierr'. Pur non esistendo, a memoria di chi scrive, un coro a lui dedicato, sugli spalti del San Paolo era un idolo incontrastato. Era come se in campo ci fosse uno di noi, che avrebbe sputato sangue e mangiato polvere, uno che, potevi esserne certo, il pallone all'avversario l'avrebbe strappato. Lo amiamo ancora proprio per questo, per la sua grinta, per il suo scendere in campo dando tutto per la maglia azzurra che è stata per lui una seconda pelle. Basta ascoltare i mille aneddoti che racconta nelle trasmissioni a cui partecipa come commentatore per capire il ruolo che ha avuto nello spogliatoio e in tutto l'ambiente napoletano. Dalle lezioni sulla napoletanità impartite ai nuovi acquisti, al faccia a faccia con i compagni nel ritiro di Vietri dopo il disastroso girone d'andata del primo anno di Diego, al timore che incuteva ad Elkjaer che addirittura telefonava a Garella per sapere se avrebbe giocato, fino allo storico passaggio delle consegne di capitano tra lui e Maradona: ogni racconto spiega cosa significava per lui essere un giocatore del Napoli. Ancora adesso lo puoi incontrare davanti al suo punto scommesse a Fuorigrotta e scambiare quattro chiacchiere come faresti con un vecchio amico. Buon compleanno e cento di questi giorni capitano, uno dei pochi nella nostra storia degno di potersi fregiare di questo titolo.