10 proverbi che mi sono venuti in mente dopo Napoli-Chievo
di Boris Sollazzo
Ci sono alcune sconfitte che ti lasciano così basito, così disorientato, così avvilito, che puoi solo affidarti a qualcosa di superiore a te. E visto che non mi sembrava il caso (ancora) di scomodare D10S, ho deciso di consegnarmi ai detti popolari, ai proverbi. Che rappresentano una saggezza antica e infallibile.
1. Dagli amici del Real Madrid mi guardi Dio, che dagli Auriemma mi guardo io.
E sì, Rafa. Perché a me sei pure piaciuto fortissimo quando sabato hai picchiato giù duro, ridicolizzando inviati autoctoni di Tuttosport che poi ti hanno dato del Masaniello o seminazizzania di vario tipo. Ma poi si scende in campo e scopriamo che più del Raffaele che gongola per la tua sconfitta - “pensa al Napoli – ha detto il telecronista tifoso alla fine del suo collegamento - e non ai nemici inesistenti” - sul golfo ne fanno i tuoi José, Raul e persino Gonzalo. Insomma, va bene difendersi dagli attacchi esterni, ma tu hai più di un problema nel tuo cerchio magico.
2. La fortuna aiuta gli audaci. Ma non il Napoli.
Ora, cos'è l'audacia? Schierare Insigne anche se non fa gol, ma meta. Far vincere a Maggio il record del mondo di cross che sbattono sui bicipiti avversari. Mettere in campo Albiol in una condizione fisica e psichica che ti fa rimpiangere il baldo Prunier. Se non è audacia questa!
Cosa deve fare di più Rafa? Mettere Britos centravanti? Far tesserare di nuovo Donadel?
3. Tanto va la palla al Bardi, che gli taglieresti le zampine.
Ok, lo so. Non sono sportivo. Ma ricordate questo bel ragazzetto quando giocava a Livorno? Ricordate le sue papere? Fece segnare persino Jonathan, su cross, buttandosela dentro da solo. Una pippa. Che si era pure confermato nella prima giornata come tale. Poi respira l'aria del San Paolo e... Zaaac... diventa Buffon. La chiamano sindrome Pegolo.
4. Quando c'è la salute c'è tutto.
Sarà. Ma certo che a vedere Zuniga in queste condizioni si rimpiange quando era un grande invalido, quando Chi l'ha visto lo cercava e temevamo che fosse in mano all'Isis. Almeno allora ci illudevamo che sarebbe tornato a fare sfracelli. Ora la salute c'è. Ma solo la sua. A noi la sta rovinando, dannato Camilo.
5. Ride Benitez, chi ride ultimo.
Ecco, non è che questa frase mi tranquillizzi molto. A giudicare dalle facce torve delle ultime settimane, in contrasto con la serenità sorridente dei giorni peggiori dell'anno scorso, temo che sarà Rafa a ridere per ultimo. Magari in faccia ad Aurelio De Laurentiis, mentre gli proporrà un rinnovo in cui il presidente gli prometterà di fare un nido per i figli dei calciatori a Castel Volturno, di mettere finalmente uno scaldabagno e di sostituire le turche con i water normali. Per la parte economica invece sono già d'accordo: basta che lo spagnolo accetti i soldi del Monopoli e i gettoni degli autoscontro della vecchia Edenlandia.
6. Tra i due litiganti, se i due litiganti sono Napoli e Chievo, gode solo il Chievo.
Allora, ci abbiamo provato con ogni tipo di allenatore, con ogni modulo, con ogni scaramanzia. Quindi, mettiamoci una pietra sopra. La prossima volta non giochiamola proprio contro i clivensi. Prendiamoci uno 0-3 a tavolino e la possibilità di prepararsi meglio per la partita successiva. Su, che l'ex Corini è addirittura imbattuto al San Paolo (ci avete fatto caso che è più veloce adesso nella corsa di quando giocava per noi?) e che alla prossima si rischia di far segnare pure Gamberini.
7. Chi picchia per primo, Pecchia due volte.
Non so se siete d'accordo. Ma cosa succederebbe se al posto di ApeCar Inler o del principe Jorginho avessimo due Fabio Pecchia? Anche nelle condizioni fisiche e atletiche attuali, io credo che avremmo risolto tutti i nostri problemi. Poi, fate voi.
8. A qualcuno piace Icardi.
Così solo per ricordare a Maxi Lopez che io ho giusto perso una partita. Lui la faccia, acquistando un paio di protuberanze craniche. E che non ce l'ho con lui, noooo, neanche un po'.
9. Non è tutto Aurelio ciò che luccica.
Ridateci il nostro presidente, fosse pure quello sopra le righe e chiacchierone, capace di uscite improbabili e battutacce. Riprendetevi questo burocrate pezzotto che parla poco e se ne sta "nascosto". Persino il figlio Edoardo non lo riconosce più e prova a sostituirlo facendo il guappo in conferenza stampa.
10. Tra il dire e il fare, c'è di mezzo Marek.
Io voglio ripartire da Hamsik, ottimo contro il Chievo, finalmente in mezzo alle linee del complesso modulo del Napoli. Ci manca un leader, uno che dia Pepe al nostro Napoli. Forza capitano, facci sognare.
Bonus track: L'erba del vicino è sempre più Mertens.
A chi fischia Lorenzo, consigliamo di rivedere la mezz'ora contro il Chievo del mio adorato Dries. Perché di salvatori della patria qui attualmente non ce ne sono.