Maradona, l'eroe dei due mondi
di Manfredi "Freddy" Adams
Maradona segna "El gòl del siglo". Ecco come si espresse Victor Hugo Morales, scrittore e saggista uruguagio al Mundial de futbol in Messico per commentare una partita densa di significato e cioè Argentina-Inghilterra, dopo l’invasione militare degli inglesi e i morti nelle isole Malvinas:
Quiero llorar, perdónenme! ¡Dios Santo, viva el fútbol! ¡Golaaazooo! ¡Diegoool! ¡Maradona! (Vorrei proprio piangere, perdonatemi. Dio Santo, viva il futbol, che gol di Diego Maradona) En una corrida memorable, en la jugada de todos los tiempos… barrilete cósmico… ¿de qué planeta viniste? ¡Para dejar en el camino a tanto inglés! ¡Para que el país sea un puño apretado, gritando por Argentina!… (Il gol, la giocata di tutti i tempi! Da quale pianeta sei venuto per seminare sul tuo cammino tanti inglesi? Perché il Paese intero sia un pugno serrato che urla per l’Argentina!!)
Maradona capì in Spagna, poco più che ventenne, quale fosse il destino riservato agli ultimi del mondo. Lo capì da come venivano considerati i sudamericani e da come le persone, ad altre latitudini ed in altre situazioni economiche, tendessero a giudicare gli altri. Questa cosa non gli andava a genio e, permettete il gioco di parole, ad un Genio come lui, capace di sovvertire gli ordini mondiali con una “pelota”, toccò fare qualcosa.
Mise il suo talento a disposizione del popolo. Lo fece nel suo mondo, realizzando il gol del secolo non solo per talento e tecnica, ma anche per il grandissimo significato già descritto.
E lo fece anche nel nostro mondo: Napoli gli permise di fare il Rivoluzionario, di guidare il destino degli ultimi e portarlo ad esaudire il sogno di primeggiare sempre contro i potenti ed i prepotenti, contro razzisti e moralizzatori. Diego Armando Maradona era uomo, calciatore e condottiero. Eccessivo e generoso in tutti e tre i personaggi, che difficilmente riuscivi a scindere se volessi analizzarne gli aspetti. Fece capire al mondo intero che Napoli era dimenticata. Si accorgevano di Napoli solo quando vi giocava la Nazionale, come quella partita di semifinale al Mondiale italiano nel 1990. Si giocava Italia-Argentina. L’Italia intera temeva che i napoletani si schierassero dalla parte del Pibe de Oro e quindi con lo straniero, chiesero ai napoletani di essere patriottici (e così fu). Maradona prima della partita, consapevole del suo ruolo disse che avrebbe diviso con la sua frase (e così fu): “Chiedono ai Napoletani di essere italiani per un giorno quando per gli altri 364 non gliene importa a nessuno!“
Fu in quel giorno che ci regalò consapevolezza ed orgoglio. Noi eravamo quasi abituati alle discriminazioni, Lui puntualizzò che non era giusto! Meglio di qualsiasi altro Politico o condottiero. Fu lì che cominciò a diventare leggenda.
Un Maradona che difficilmente altrove sarebbe diventato “quel” Maradona, quell’uomo sempre disponibile, sempre corretto e sensibile verso i più deboli. Lui non ha mai dimenticato da dove venisse; la polvere degli improvvisati campetti della sua infanzia gli ha permesso di parlare in faccia ai potenti come mai nessuno prima abbia mai osato e mai farà. Siamo proprio sicuri che Maradona alla Juve o altrove sarebbe diventato il fenomeno che è stato al Napoli e che non avrebbe continuato con i suoi vizi? Siamo proprio sicuri che Maradona si sarebbe messo dalla parte del padrone? Sicuri che dopo un anno, massimo due non sarebbe andato via come ha poi fatto con il Barcellona?
La sicumera dà fastidio, i pontificatori, i so-tutto-io che giudicano Maradona non conoscendo né lui né cosa ha rappresentato per gli ultimi, per il Sud del mondo. Chi non sa, chi giudica senza guardare allo scempio morale delle loro meschine vite è un miserabile. Minoranze sparute e razziste che senza i Social non avrebbero neanche tanto peso. È fin troppo evidente, anche a questi ottusi, che l’amore che ha provocato Diego, i cuori che ha smosso nella sua altalenante vita meravigliosa, il sentimento planetario che ha scatenato la sua morte, rimarranno eterni. Il loro starnazzare isterico rimane un futile tentativo destabilizzante, ma che viene spazzato dall’amore e dalla passione di questo ragazzo col pallone, portatore sano di sogni belli e di un ideale, quello di libertà e speranza che ha donato a chi è stato sempre zitto per paura, ai vinti dalla cruda realtà della vita. Come possono queste penne livorose spuntarla contro questi sentimenti ancestrali? Hala Diego! Anche da morto stai vincendo e sei passato da mito a leggenda!
Maradona, il D10 del calcio capitò a Napoli in un momento molto particolare. Gli echi e i danni materiali e morali del terremoto in Campania del 1980 ancora non erano finiti. Le mafie volevano mettere le mani sulla città e la squadra non andava molto bene. Lui ci diede coraggio, ci invitò a lottare, denunciava il razzismo negli stadi e ci portò alla vittoria. Contro tutti in un Paese dove l’unità nazionale era soltanto il nome di una testata giornalistica. Vincemmo. E fece capire che i sogni possono realizzarsi…
Ecco perché per me il gol più significativo della sua carriera napoletana fu il famoso gol su punizione contro la Juventus. Perché fu il gol più significativo? Sicuramente non perché semplicemente battemmo l’odiate rivale calcistica, ma per il significato metaforico che racchiudeva quel gol, quel “pensiero” di potercela fare: in primis la pioggia (quindi contesto difficile), la barriera vicina (i presuntuosi che non mollano e che vogliono sempre averla vinta), l’arbitro che dice di battere nonostante fosse troppo vicina (il potere che si piega ai prepotenti), il compagno che non ci crede (neanche chi ti sta vicino ti dà fiducia), la traiettoria impossibile (e Diego, con quel gol, ci ha insegnato che la speranza non è solo un’illusione e che il sogno può realizzarsi, anche quando tutto sembra impossibile). E’ una metafora della vita che solo un Rivoluzionario poteva realizzare, compiere come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Dopo tre giorni piango ancora, forse adesso se ne comprende meglio il motivo. Anche se per andare a vedere le sue magie ho letteralmente buttato via una carriera di giovane promettente calciatore. Preferivo andare a vedere Lui piuttosto che giocare io. Come quando professano i Profeti, devi lasciare tutto e andare a sentirli. Lui, bisognava andarlo a vedere! Capisco di aver fatto la scelta giusta vedendo i miei figli, i ragazzi delle generazioni successive che pendono dalle labbra e dai ricordi dei loro genitori: dai loro racconti appassionati vivono di riflesso. E lo amano. Esattamente come i più grandi. Ognuno serba il suo, personalissimo, intenso ed appassionato ricordo. Come sarebbe bello raccoglierli tutti. Gli haters spariranno, a meno ché davvero siano privi di emozioni e di cuore.
Ho vissuto una bellissima giovinezza con Lui a Napoli. Come popolo ci siamo tolti tante soddisfazioni dove il calcio ha fatto da volano. “Ho visto Maradona! Mammà innamorato so’…” – il vero eroe dei due mondi!