De Santis: non volevo uccidere nessuno
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Il giornalista Stefano Piccheri ha pubblicato sul suo profilo Facebook la foto della lettera-memoriale scitta da De Santis. La qualità dell'immagine è quella che è, ma si capisce il senso delle sue dichiarazioni. Pubblicate inoltre le foto nelle quali De Santis mostra i segni della colluttazione a Tor di Quinto. A voi il giudizio.
(Ansa) «Voglio dire che è vero, alla fine i colpi l'ho esplosi io ma senza mirare. Ero pieno di sangue dappertutto. Mi stavano ammazzando punto e basta». È un passaggio della lettera inviata da Daniele De Santis nei giorni scorsi ai pm della procura di Roma. "Sono davvero disperato per quello che è successo e mi porto dentro tutto il dolore per la morte di Esposito Ciro". Così Daniele De Santis scrive nella lettera ai pm romani. "Non volevo uccidere proprio nessuno però purtroppo alla fine un ragazzo è morto", scrive De Santis. «Mi hanno rincorso in trenta o forse di più e ho provato a scappare e già di spalle mi hanno preso a bastonate, mi hanno dato le prime tre coltellate e poi le bastonate». È un passaggio della lettera che Daniele De Santis ha inviato alla Procura di Roma che indagano sui fatti del 3 maggio scorso. Nella ricostruzione l'ultrà romanista afferma di «aver provato a chiudere il primo cancello (del vialetto per accedere al circolo sportivo dove viveva, ndr) ma non ci sono riuscito e mi sono rotto la gamba sotto il cancello», precisando che poi gli aggressori «hanno continuato comunque» . «Non ho tirato nessun »bombone« solo un fumogeno». Lo precisa Daniele De Santis nella lettera ai pm romani. «Sono uscito dalla Boreale (un circolo sportivo ndr)- -scrive De Santis- dove vivo per chiudere il cancello perchè si sentiva un casino di bomboni e fumogeni e dentro stavano giocando i ragazzi. Non ho tirato nessuna bombone, quando sono uscito ho solo raccolto un fumogeno che stava per terra e l'ho tirato e ho strillato al conducente del pullman di levarsi da là quando ho visto che c'erano già casini. «Hanno detto che volevo aggredire donne e bambini, mai fatto in vita mia. Mi stanno mettendo contro un'intera città (Napoli ndr) come una guerra». Lo scrive Daniele De Santis nella lettera inviata ai pm di Roma nei giorni scorsi. Gastone afferma poi che «la verità sta uscendo da sola e spero continuerà così. I medici mi hanno detto che rimarrò zoppo ma soprattutto ho paura per me e per i miei familiari. Dicono che le coltellate me le sono fatte tramite i servizi segreti». «Tutte le mie parole su quello che è successo veramente in quei momenti potrebbero essere usate per far crescere odio fin quando non si scatena qualche pazzo». Così Daniele de Santis nella lettera ai pm romani spiega la sua volontà di mantenere riservato il contenuto della missiva. (Ansa)