Higuain parla con i gol

L’argentino, visibilmente contrariato, deve arrivare in doppia cifra nella sua sfida personale con l’Athletic
  • repubblica.it

    Il destino, nel calcio, è sempre curioso. Gonzalo Higuain ha un cognome basco, è nato in Francia, è argentino e milita nel Napoli. Contro la squadra per eccellenza della regione (o nazione) dalla quale i suoi antenati partirono alla volta del Nuovo Mondo è andato a segno ben 9 volte dopo il centro di ieri. Ecco, al Napoli servirebbe che arrivasse almeno in doppia cifra nel suo conto personale con l’Athletic Bilbao. Ieri sera, al termine dell’incontro il 9 azzurro è stato parco nei commenti, eppure la sua reazione è stata chiarissima: non si può mancare l’obiettivo Champions, e quindi non si possono sciupare tutte quelle occasioni

    Perché il Napoli, benché dopo la scossa del gol dell’Athletic, eccezion fatta per l’occasionissima di Insigne all’inizio, ha gettato al vento troppe palle gol. Nonostante l’amnesia collettiva nel gol dei baschi - Insigne perde De Marcos, Britos non fa la diagonale e Munian viene lasciato colpevolmente solo sul perimetro - la principale colpa degli azzurri ieri sera è stata proprio quella di farsi ipnotizzare sotto porta da un Iraizoz trascendentale solo sulla reazione d’istinto su Higuain. Bisogna, quindi, ripartire proprio dall’argentino e dalle sue parole e dalla sua rabbia. Tra una settimana lui sarà più in forma, forse all’85%, Callejón sarà più lucido e magari anche Hamsik potrà dare un maggior contributo in zona gol.

    Un paragrafo speciale va dedicato a Michu, che la porta l’ha vista spesso nella sua vita, ma ieri non se l’è sentita di ‘schiattare’ il pallone dritto per dritto con il destro, piede notoriamente poco sviluppato nei mancini - lo stesso Maradona raramente lo usava - e ha alleggerito male per Callejón che in quel caso aveva tutte le attenuanti che non aveva avuto in precedenza, quando dopo aver messo con il culo a terra Iraizoz aveva cacciato in gola l’urlo del San Paolo. L’asturiano e l’andaluso, un po’ come un torinese e un palermitano, devono ancora trovare l’intera, nonostante parlino la stessa lingua.

    A parlare con i gol, invece, deve essere Gonzalo Higuain, l’unico vero goleador e trascinatore del Napoli. San Mamés, fortino (quasi) inespugnabile, deve essere il teatro della sua rivincita dopo l’errore nella finale del Maracaná e dopo la serata agrodolce di ieri. Che sia a sportellate, su rigore o di rapina, poco importa: Gonzalo ha la rabbia giusta per compiere l’impresa nella Catedral, luogo di fede e, dunque, anche di miracoli.

     

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