Mertens e il Napoli, dal Pescara al Pescara come sono cambiati

E' arrivato Pavoletti e Milik sta scaldando i motori, ma Dries ha dimostrato che lo sfizio del falso nueve possiamo togliercelo anche noi, mica solo il Barcellona
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    di Francesco Bruno

    21 agosto 2016. Sembra una vita fa, ma sono passati solo pochi mesi o per meglio dire – misurando il tempo con parametri calcistici alla Nick Hornby – diciannove giornate di campionato. Fu Mertens, autore di una doppietta all'esordio stagionale a Pescara, a salvare un Napoli ancora alle prese con i fantasmi del post Higuain. Fu lui a fissare con lo sguardo fiero mentre tornava a centrocampo mister Sarri che, da parte sua, se ne usci' con una delle sue battute piu' belle da quando è a Napoli: “se segna sempre due gol a partita puo' anche guardarmi sotto la doccia”. Era un confronto tra due visioni all'epoca opposte: uno ambiva a ritagliarsi un ruolo da protagonista che poi avrebbe ottenuto, l'altro provava a tutelare gli equilibri di un gruppo ancora troppo fragile con la solidità delle gerarchie in cui Insigne e Gabbiadini sembravano i titolari. Dries restitui' serenità al Napoli in quell'afosa serata estiva e poi torno' al suo posto, apprestandosi a vivere la solita staffetta sulla fascia sinistra con lo scugnizzo di Frattamaggiore. Con l'infortunio di Milik e le difficoltà di Gabbiadini s'inizio' timidamente a parlare di falso nueve. Sono stati il campo ed i numeri a confermare a lui, al mister ed a tutti noi che l'intuizione si era rivelata giusta: quindici reti stagionali, sette assist, quattro reti ed una prodezza alla Diego il 18 dicembre scorso contro il Torino.

    D'altra parte potevamo soltanto intravedere quello che Dries sarebbe diventato, ma ancora non ne eravamo consapevoli. Finora il folletto belga aveva mostrato altre peculiarità, creando scompiglio e spaccando le difese con i suoi dribbling. Punizioni, rabone, sombreri, neanche fosse nato a Buenos Aires o a Rio de Janeiro. Un concentrato di classe in 169 centimetri, il peso di un fuscello (61 kg) ma anche esplosività ed elasticità. In una città dove i “piccoletti” - da Sivori a Maradona a Zola – hanno fatto la storia, era ovvio che il San Paolo se ne innamorasse. Ma a distanza di un girone, dal Pescara al Pescara, Dries ed il gol sono diventati due amici inseparabili. Ora che è arrivato Pavoletti e Milik sta scaldando i motori, gli toccherà probabilmente riabituarsi alla fascia sinistra e alla staffetta con Insigne. Ma con la consapevolezza di aver scoperto e di averci fatto capire che quello del falso nueve è uno sfizio tattico che possiamo toglierci anche noi, mica solo il Barcellona.

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