Juventus-Napoli, grazie ragazzi
di Boris Sollazzo
Non me ne frega nulla di Orsato, dei falli non fischiati, dell'espulsione di Marchisio su Mertens che sarebbe stata decisiva, dell'unico tiro in porta bianconero, per giunta deviato, che ha fatto vincere i padroni del calcio italiano. Padroni, sì. Altro che vecchia Signora, cara Juve, sei solo una padrona con tanti piccoli servi. In questo sport, i signori siamo noi. Ecco perché, Maurizio, devi ripetere fino alla noia ai tuoi ragazzi “Grazie”. A nome di tutti noi. Perché sono andati allo Stadium, l'impianto più sicuro e moderno di questo Paese. Così sicuro e moderno da aver paura di un'onda lunga di gioia e di tifo. Grazie ragazzi, perché io oggi sono orgoglioso di voi. Lo sono da 25 partite, ma oggi di più. Siete andati a casa dei padroni e li avete resi bambini spauriti. Erano lì a guardare la vostra grandezza, a difendere (bene, per carità, chi glielo nega) la loro imbattibilità, senza riuscire a impensierirvi. E non dovete deprimervi perché una dea più bendata di un arbitro mediocre e supponente, ha messo un piede coraggioso e volenteroso su quella traiettoria maledetta. Perché io oggi ho il cuore gonfio di rabbia ma anche di fierezza. Ed è merito di 12 eroi (anche Mertens, sì, a cui sono bastati pochi minuti per dire che il principino non è certo Marchisio) che ci hanno messo testa, anima e volontà. Voi a Napoli oggi tornate vincitori. Perché la grande Juventus vi ha rincorso, vi ha legnato, vi ha guardato insegnare calcio.
Maurizio, questo non è un punto perso. È un punto d'orgoglio, guadagnato su un petto che dovremo mostrare gonfio di amore per una città che avete difeso a casa degli usurpatori. Vi chiedo solo una cosa, guerrieri miei. Raddoppiate le energie, ricordate quest'ingiustizia. Per 13 partite. Giocatele come oggi, con lucidità e desiderio dell'impossibile. Continuate a (farci) sognare. Una sola lunghezza vi separa da chi, in 180 minuti, non vi ha mai dato l'impressione di essere più forte. Di quei pallidi soldatini bianconeri non dovete aver paura. Adesso starà a loro provare a starci davanti. Starà a loro far vedere che sono i migliori. Non essendolo. Oggi tornate da Torino da trionfatori. E quel petto gonfio di consapevolezza dovrà riempirsi di altro.
Ora toglietevi dalla faccia l'amarezza, il dolore, l'impotenza. Gonzalo, prendili per mano e sfonda tutte le reti che avrai davanti, perché è tuo compito raddrizzare i torti. Pepe, hanno bisogno di te. Quelle mani dovranno parare l'impossibile, ma ancora di più dovranno sostenere, incoraggiare, abbracciare, issarsi al cielo per esultare. Devono spingere i tuoi fratelli, devono consolarli, devono tenerli in piedi. Marek, sii capitano fino in fondo. Quello che non ti è riuscito oggi trasformalo in magia. Voglio vedere quei dentoni nella tua tipica smorfia di grinta e selvaggia voglia di vincere. José rincorri ogni nemico, mettigli addosso la paura dell'inevitabile. Dries, Napoli è la tua casa: combatti per lei, inventa per lei, gioisci per lei. Jorginho, sii il comandante del tuo reparto, fiero e inamovibile come Achab al timone: serve la tua lucidità per tenere insieme il furore dei tuoi compagni. Allan, non hai ancora dato il meglio. Hai il diritto e il dovere di diventare il nuovo Alemao. Kalidou e Raul, erigete una diga, una muraglia contro cui qualsiasi onda, anche la più violenta, si infranga frustrata. Faouzi e Elseid, correte, correte, correte. Finché i polmoni e il cuore reggeranno, e oltre. Maurizio, non dire più che la Juventus è più forte. Dillo solo a opinionisti miopi e faziosi, prendili in giro con la tua dialettica. Ma, a Castel Volturno e nello spogliatoio, dì loro di non aver timore di nessuno. Di continuare così. Che ora l'obiettivo non è più un sogno, ma un obbligo. Perché giustizia deve essere fatta. Ma soprattutto tu, Lorenzo. Soprattutto tu. So che sai leggere nel nostro cuore, perché il tuo è il nostro e il nostro batte dentro di te. Non fermarti, ragazzo mio. Gioca come sai. Ogni partita, ogni minuto, ogni allenamento. Dai l'esempio, mostra la direzione. Lo senti il rumore dei nemici, vero? Quei servi sciocchi di un potere sbiadito che preferiscono il solito vincitore alla rivoluzione? Quelli che godono delle sconfitte altrui e si accontentano delle briciole? Ecco, zittisci il padrone, scatena l'inferno. Tu puoi, tu sai, tu devi. Per te, per noi, per uno sport di cui tu rappresenti la parte più bella. Forza ragazzi, è appena cominciata la guerra. E non faremo prigionieri.