di Errico Novi
VIDEO 1 – CLICCA QUI: GLI APPLAUSI A FINE PARTITA. Comincio da qui. Da quest’applauso, che dimostra chi siamo. Che pubblico è, il pubblico del Napoli. Lo sappiamo, abbiamo perso. Ma il nostro tifo ha vinto. Loro ci hanno cantato “lavali col fuoco”. Abbiamo chiuso la storia con un fragoroso battimani ogni volta ce ci provavano. La discriminazione territoriale c’è, eccome se c’è: è nel fatto che abbiamo dimostrato di essere un popolo di tifosi superiore. Punto. A fine gara applaudiamo i nostri che vengono sotto il settore ospiti: Hamsik, Maggio, Insigne. Questi tremila azzurri, di calcio ne capiscono. E sanno che non è finita qui.
VIDEO 2 – CLICCA QUI: SFOTTÒ DEL PRE-PARTITA. La Capitale è antipatica, si lamentano i tifosi azzurri. Anche se non dicono proprio così.
VIDEO 3 – CLICCA QUI: I CORI AGLI AZZURRI APPENA ENTRATI PER IL RISCALDAMENTO. Siamo forti, siamo potenti. Il tifo del Napoli c’è. La fetenzia del biglietto a 45 euro per una curva laterale (perché di questo si tratta) non ci ha fermati.
VIDEO 4 – CLICCA QUI: CHI NON SALTA È GIALLOROSSO. Sfrontati come sempre in trasferta. Io non ne vedo di tifoserie che vengono al San Paolo a fare le cose che facciamo noi fuori casa.
VIDEO 5 – CLICCA QUI: L’URLO DEI TREMILA, “ALÈ ALÈ ALÈ, NAPOLI ALÈÈÈ...”. Possono venderci tutte le parabole che vogliono, ma lo stadio, quello, non ce lo toglieranno mai.
VIDEO 6 – CLICCA QUI: OLÈ OLÈ OLÈ, DIEGOO, DIEGOO. Qualcuno nella parte bassa del settore ospiti lo ha capito c’è, è lì in tribuna. Parte il primo coro, “O mamma mamma mamma”. Poi parte questo. Lo stadio è solo nostro. Più tardi, a pochi minuti dalla fine con il Napoli che non può più recuperare, la curva Nord giallorossa che sta di fianco a noi pensa bene di sfotterci alla juventina, e ci canta “O mamma mamma mamma”. Cantiamo anche noi con loro. E li zittiamo. È il nostro coro, se cercano di appropriarsene fanno figuracce come questa.
VIDEO 7 – CLICCA QUI: UN MARADONA, C’È SOLO UN MARADONA. Un boato che squarcia la notte dell’Olimpico. L'immagine di Diego che ci saluta mentre lo invochiamo è l’unica cosa che conta davvero.