Napoli-Roma, io c'ero
di Francesco Albanese
Coltivare la vendetta è odioso e denota un atteggiamento mafioso. Non c'è altro da dire sul vergognoso striscione srotolato in curva B. Stop.
La partita dei timori, della città blindata si è risolta in quello squallido episodio. Napoli ed i napoletani non sono caduti nel tranello. Confesso che qualche timore lo avevo anche io nella mia scomoda posizione di giornalista romano che doveva raggiungere il San Paolo. Sia all'andata che al ritorno tutto è però filato liscio. Mi sono servito di Funicolare e Cumana ed intorno a me ho solo visto tanta voglia di calcio, quello sano. Nei dintorni del San Paolo un cameriere invitava ad entrare nella sua pizzeria per mangiare e bere "alla salute dei romani", se non fosse stato per lui mai mi sarei accorto che la partita del giorno era Napoli-Roma.
Anche all'interno dello stadio tutto è andato per il meglio, ma francamente di questo non dubitavo. La delegazione di giornalisti romani (potenzialmente bersaglio di qualche facinoroso) è stata accolta con la massima professionalità e devo dire che molti tra i capitolini sono stati tra i maggiori fruitori del buffet offerto prima della gara. La partita ha fatto il resto. Il dominio azzurro non ha permesso di distogliere lo sguardo da quanto stava avvenendo in campo e così pure il deflusso è stato regolare e festoso.
La camminata verso la fermata "Mostra" della Cumana stavolta me la sono proprio goduta: adoro ascoltare i tifosi intrattenersi al telefono con l'amico di turno per raccontargli che cosa si è perso a rimanere a casa.
P.S.: Tornato al garage dove avevo lasciato l'automobile, il titolare voleva sfottere me, suo cliente romano, perché sapeva che ero allo stadio. Saputa la mia fede calcistica ha trasecolato e non la smetteva di congratularsi. Manco mi chiamassi Gonzalo!