La maledizione di Montezine non perdona: il doppio flop di Rafa Benitez
di Boris Sollazzo
Ammettiamolo. Rafa è il nostro capolavoro: di noi vendicativi, implacabili amanti delusi. Dopo averlo difeso per due anni, dopo averne riconosciuto la grandezza - che confermiamo anche ora: sette undicesimi del Napoli attuale li ha portati lui e senza di lui non saremmo maturati mentalmente quel tanto da vivere il sogno di Sarri -, dopo aver sperato nella sua riconferma nonostante una seconda stagione altalenante, lui ci ha voltato le spalle. Neanche un anno fa, per la precisione 348 giorni fa. A un'ottantina di ore dallo spareggio Champions contro la Lazio, dopo aver abbandonato la nave da almeno tre mesi, Rafa salutò. Incurante di una città innamorata, in attesa di riconoscergli gli onori di un campionato così mediocre che poteva regalarci i preliminari (che con lui ci tradirono) con meno dei punti dell'Inter attuale.
Eri distante, pieno di te. Andavi al Real Madrid, dopo aver fatto una tarantella piuttosto triste sul tuo rinnovo a Napoli. Saremmo stati anche felici per te se avessi saputo almeno salutarci. Eri convinto che dopo di te ci sarebbe stato il diluvio. Invece no, record su record.
Per te ecco, impietosa, la maledizione di Montezine. Chi ci tradisce è perduto. Nel senso di sconfitto. Lo abbiamo persino ribadito, quando tu eri già con noi, in un secondo articolo. Ti volevamo bene, volevamo che sapessi. "Ecco, non vuole essere una minaccia, sia chiaro, ma solo un avvertimento dovuto a un amico. Se Rafa non dovesse o volesse rinnovare, se Higuain cedesse alle sirene della Premier League, se Callejòn cercasse gloria a Madrid, devono tutti aver ben chiaro cosa li aspetterebbe. Io scrivo queste righe per loro, per l'affetto che gli porto. Non è meglio rimanere sul Golfo a godersi la città più bella del mondo e a conquistare tutto (e tutti) in azzurro? Fate i bravi, su". Così finiva quell'articolo. José e Gonzalo hanno capito. Tu no. Tu pensavi di essere superiore a tutto questo. Sbagliavi.
Già Rafa, perché la maledizione di Montezine non perdona. E' infallibile. Prendi Gokhan Inler: se n'è andato tra le lacrime, ha accettato la destinazione più redditizia per il Napoli. Ha avuto solo parole di miele per noi. E allora, se è pur vero che ha collezionato solo 5 presenze, ecco che è arrivato lo scudetto con il Leicester per lui. Capisci? Sappiamo anche premiare chi amiamo: guarda Edy Reja, che continua a far bella figura in serie A e non di rado a fermare anche le nostre dirette concorrenti. Se Tavecchio fosse più intelligente, per dire, riusciremmo anche a portarlo in Nazionale, ma non disperiamo. Britos cucinava la carne a Castelvolturno per i compagni? Diciotto presenze con il Watford, senza infamia e senza lode. Ma niente infortuni o autoreti, per dire. Henrique e Dezi? Uno è in Brasile, ha pure segnato una rete. L'altro a Bari ha segnato 5 gol in una dozzina di partite. Sai perché? Mai una parola fuori posto, tanti sorrisi per Napoli. E rispetto. Ricambiati. De Guzmàn invece rifiuta Bornemouth e altre tre squadre, facendo infuriare Giuntoli? E noi, zac, lo mandiamo a retrocedere nel Carpi. Così, solo per far capire chi comanda.
Tu, niente. Ci hai propinato quel Napoli-Lazio, quegli ultimi due mesi, ci hai spezzato il cuore e il sogno. Eppure, per dire, avevi visto che era successo a Mazzarri, esonerato prima che tu potessi digerire la prima mozzarella di bufala. E ancora senza squadra. O a Donadoni, che già allora aveva capito di star allenando una squadra in via di fallimento. Emery non ci ha voluto? Tieni presente che a ora, in campionato, ha la più bassa percentuale di vittorie da quando è a Siviglia. E secondo me contro il Liverpool, perderà la finale di Europa League. Contro Klopp, che di Napoli ha sempre parlato bene, pur avendo declinato (più gentilmente e discretamente di Unai e di altri) l'invito ad allenarci.
Ricapitolando: te ne vai a Madrid, Rafa, neanche un anno fa. Pronti, via e Ronaldo ti insulta fortissimo. Poi già nelle amichevoli riesci a non far segnare nessuno. Campionato, ti fischiano anche quando fai 10 gol. Perez, che ti aveva richiamato a casa, non sopporta quel corpo troppo ingombrante, quei panini divorati in panca, quella faccia così poco glam. Se aveva mandato via Ancelotti perché troppo amato dai giocatori, ora deve fare i conti con uno che probabilmente a un certo punto non veniva più sopportato neanche da Fabio Pecchia. Noi volavamo, tu precipitavi. E prima di quanto ci aspettassimo, esonero.
La maledizione di Montezine. Proprio lei.
Ma tu Rafa, hai fatto ancora meglio. Sei stato ferma qualche settimana e poi, sorpresona, Newcastle. E dovevi capire, con quella maglia bianconera, che non dovevi accettare. E poi quando t'hanno comprato Doumbia, il sospetto doveva divenire certezza. Ma tu no, sicuro di te hai chiesto carta bianca e hai detto "io vi salverò". Sbagliato, l'11 maggio 2016 il Sunderland ha fatto tre reti all'Everton, che pochi giorni prima era stato lo sparring partner della festa scudetto dei Leicester e che alla squadra di Defoe e Borini ha regalato la salvezza. Con una giornata d'anticipo, ai danni proprio di quel Rafa che contro l'ultimissimo Aston Villa ha racimolato un misero pareggio. Mentre Zinedine Zidane, il tuo successore, prova a soffiare all'ultimo la Liga al Barcellona e si ritrova in finale di Champions League.
Un esonero e una retrocessione, in 348 giorni, caro Rafa. Certo, sei riuscito a farti offrire comunque un faraonico rinnovo. Ma ricordati sempre: Dio perdona, ma (il) San Paolo no.