Gabbiadini e Milik, non chiamiamolo dualismo
di Francesco Bruno
Pescara – Napoli si avvicina. Finalmente torniamo a parlare di calcio giocato, di pallone. Quest'anno ripartiamo con una novità a cui non eravamo abituati da tempo, quella di due aspiranti centravanti ed una sola maglia da titolare da contendersi. Sono sei anni, cioe' da quando all'ombra del Vesuvio approdo' il Matador Cavani, che siamo abituati ad identificare nel “numero nove” il nostro idolo indiscusso. Stavolta iniziamo la stagione con un bel ballottaggio Gabbiadini – Milik. Da un lato Manolo e il suo desiderio di sentirsi finalmente fondamentale dopo un anno vissuto all'ombra del Pipita. Dall'altro Arek e l'inevitabile curiosità dettata dal suo acquisto repentino dopo l'evoluzione inaspettatamente rapida della vicenda Higuain.
Le indicazioni giunte dal precampionato sono state contrastanti. Nel solito sistema di gioco spettacolare ed offensivamente efficace del Napoli, Gabbiadini ha giocato alla grande contro il Monaco e ha mostrato difficoltà evidenti nelle sfide contro il Nizza e l’Hertha Berlino. Puo' vantare pero' un diritto di precedenza e di anzianità tattica che nasce dai due anni trascorsi in maglia azzurra: ha il dovere di dimostrare quanto vale ora che, come ha detto il suo procuratore qualche giorno fa, «il mostro sacro non c’è più». Da parte sua lo stesso Milik, subentrato contro il Monaco e a Berlino, ha convinto per le buone giocate espresse con il suo sinistro talentuoso, attaccando la profondità e l'area di rigore con i tempi giusti, oppure venendo incontro ai compagni sulla linea della trequarti per giocare di sponda. Però Milik si sta inserendo ora, mentre Gabbiadini lavora da un anno con questa squadra e questo allenatore.
A questo punto il giochino è fin troppo facile e la tentazione è forte. Chi sarà quest'anno il “centravanti” del Napoli e come verrà gestito il dualismo tra i due attaccanti? A parer mio sarebbe un grave errore considerare il loro un dualismo. Prendiamo la stagione che sta per cominciare come un'insolita opportunità di poter scegliere di volta in volta a chi affidarsi nei tanti impegni, decidendo in base alle diverse peculiarità dell'italiano e del polacco. Lasciamoli giocare, lasciamoli segnare e contendersi di volta in volta il ruolo di prima punta. Manolo ed Arek non saranno il Pipita, ma sono pronto a scommettere che quest'anno ci faranno divertire lo stesso.