Apriamo la caccia ai “gufi”, quelli che straparlano del Napoli

In arrivo una nuova rubrica per conoscere meglio una specie assai diffusa su radio, tv e siti azzurri. Tra allenatori falliti, giornalisti più o soprattutto meno noti e fratelli di Parascandolo vari: ce ne fosse uno che non aveva già capito tutto
  • di Lucio Fava del Piano

    Vivo lontano da Napoli da oltre quindici anni. Mi mancano tantissime cose della mia città, dalle sigarette fumate seduto su uno scoglio davanti al mare, alla pizza – tanto per non tradire l’iconografia folkloristica classica del napoletano emigrante – fino alle chiacchiere del lunedì (e del martedì, del mercoledì e di tutti gli altri giorni) sul Napoli.

    Chiacchiere con il giornalaio, con i compagni di scuola, con gli amici, con un tizio qualsiasi che beve il caffè al bar accanto a te. Chiacchiere che a un napoletano emigrato a Roma sono totalmente proibite, precluse, negate, anche più della pizza, che ogni tanto anche nella capitale uno che faccia una pizza passabile si trova.

    È per supplire a questa mancanza che sono diventato un drogato. Un tossico del tutto dipendente dagli infiniti siti più o meno giornalistici che si occupano del Napoli, dei quali sono obbligato a farmi almeno due o tre dosi giornaliere, quando accendo il computer la mattina, in pausa pranzo, prima di tornare a casa…

    Siti che per riempire le loro pagine danno spazio e voce a una serie di personaggi, magari rilanciandone dichiarazioni rilasciate in radio, che dimenticati dal mondo provano a ritagliarsi pochi secondi di notorietà dispensando con autoattribuita autorità le loro incontestabili certezze sul Napoli.

    Si mischiano così in questo caleidoscopico frullatore allenatori falliti, ex giocatori dediti all’import di pesce surgelato, agenti e procuratori, giornalisti più o soprattutto meno noti, lucianimoggi, illustri sconosciuti, presunti rappresentanti della società civile partenopea e fratelli di Parascandolo vari.

    È in questo habitat che cresce rigoglioso l’albero dei gufi.

    L’albero dei gufi è una specie vegetale che dà alloggio e riparo a quei tanti volatili del web e dell’etere che quotidianamente si cimentano con la nobile arte dello sputo di sentenze, professoroni che tra le tante differenze sono accomunati dalla missione di criticare il Napoli, attaccare De Laurentiis, sbeffeggiate Benitez, massacrare un calciatore al giorno.

    L’unico scopo di questi santi inquisitori sembra essere raggiungere l’empireo dell’io l’avevo detto. E quanto più si dichiarano tifosi del Napoli, tanto più si dimostrano sferzanti nei giudizi, taglienti nelle sentenze, inemendabili nella prosopopea, non sperano davvero che il Napoli vinca qualcosa, ma che le loro critiche si dimostrino fondate, o almeno che qualcuno dia loro ragione anche a dispetto dei fatti.

    Siamo in autunno e sta per aprirsi la stagione della caccia. Non intendo però imbracciare la doppietta e sparare ai gufi. Però, diciamo che si può fare un po’ di birdwatching attivo…

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