Saber amare non è da tutti. Storia di una Mora irresistibile e senza Pari che non mi mandò in Bianchi

Quel geniaccio del nostro comandante si inventa un racconto breve di impareggiabile bellezza. Ma l'amore vero qual è? Quello che racconta o quello inguaribile per il Napoli? Lo sa solo D10S
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    di Francesco Albanese

    Era la sera di Carnevale e non mi sentivo affatto Benitez. Ero tutto Rincon per colpa di quelle Prunier che mi ero mangiato a Mezzanotti del giorno prima. Cercai di riprendermi bevendo un caffè Lavezzi, ma uscì una Sosa, mi riavei allora grazie a un Bagni caldo. Finalmente ero pronto per la serata, presi il mio Ferrario e partii. Quella notte sentivo che lo Stellone era con me: avrei trovato la donna della mia vita. La prima in cui mi sarei Incocciati l'avrei sposata. Confesso che con l'altro sesso non sono mai stato un Magoni. Mi sono sempre fatto troppi Castellini in aria, come un Novellino qualsiasi. Quella volta però era diverso, volevo trovare quella giusta. Non una Crasson con l'età di Matuzalem, giammai una Milanese. Non la volevo nemmeno Francini, la volevo De Napoli! Bella, Altafini: non un tipo Mesto, ma una Allegri, insomma una ragazza in Gambaro. Appena conquistata l'avrei tenuta tutta per me in una Turrini d'avorio custodita da Canè feroci. I Savoldi del resto non mi mancavano grazie al Thern secco che avevo centrato il mese prima sulla ruota Di Napoli: ammetto di aver avuto un grande Buso. Al party arrivai in Grava ritardo per colpa dello Schwoch che aveva le pile scariche. Entrato nella sala non mi andava di fare troppo il Galletti, così aspettai di vedere in giro qualche tipetto davvero Bellucci per darle poi la Caccia.

    Stavo sgranocchiando un Ulivieri, quando ne notai una che mi faceva Ghoulam soprattutto per via del suo grazioso Koulibaly, ma mangiava troppi Bruscolotti.
    La seconda che mi colpì s'era messa un Rossitto vistosissimo, mentre la terza aveva una Cruz al collo degna di una suora. La quarta mi pareva perfetta, poi le scappò un Beto e mi dileguai.

    Appena vidi Bia invece ebbi un Krol. Era lei quella che stavo cercando.

    Al suo cospetto rimasi Mutti come davanti a un Quadrini d'autore. Era perfetta, senza neanche una Pecchia. Soltanto le gambe erano un po' Tosto, come quelle di una che ha appena finito di correre una Maradona. Esitai un attimo prima di avvicinarmi, volevo evitare di fare una figura di Lerda. Poi mi decisi, le porsi un Mazzone di Fiore e mi feci guidare dal Caso. Passarono le ore e ormai eravamo entrambi Vinazzani, ce ne andammo così a zonzo come due Pellegrini. A quel punto mi sentivo un Reja, le fissai la Boghossian e le diedi un bacio lunghissimo. Immediatamente avvertii un Calderon in tutto il corpo. Le cinsi la vita e la condussi per il Mondonico, passammo l'Altomare e il Dal Fiume Giordano, ma soltanto sotto il Vesuvio trovammo il nostro Paradiso.
     

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