Messi o Ronaldo, il numero uno è sempre Diego

Il Portogallo di Euro 2016 ha ricordato per certi versi l’Argentina di Mexico ’86. Ma Maradona è Maradona
  • di Francesco Bruno

    Non c'è Copa America, Mondiale o Europeo che si rispetti senza che i presunti eredi di Diego, Messi e Cristiano Ronaldo, vengano paragonati a lui. In effetti stavolta l’impresa del Portogallo ha ricordato a molti, fatte le debite proporzioni, quella dell’Argentina ai Mondiali del 1986. Il paragone con Diego, molto alla lontana, si può fare con il Cristiano Ronaldo di Euro 2016. CR7, con un ginocchio a pezzi, ha trascinato alla vittoria da bordo campo una squadra che, a parte lui e forse Nani, non è che abbia brillato per qualità. Il suo apporto in questi Europei sarà ricordato soprattutto per la sua determinazione nel motivare dalla panchina i compagni che si stavano giocando il titolo, più che per qualche sporadica giocata sopraffina.

    Messi dal punto di vista tecnico è probabilmente il più forte giocatore in attività. Ma purtroppo per lui, da quando aveva 17 anni è sempre stato paragonato all’unico giocatore col quale è impossibile ogni tipo di confronto, e inevitabilmente ne ha subito la pressione. Ha concluso in bruttezza, per ora, la sua avventura nella Selección, annunciando di volersi ritirare dalla nazionale dopo aver perso la terza finale in 24 mesi.

    Leader e comunicatore straordinario Ronaldo, calciatore tecnicamente unico Messi. Ma nessuno come El Pibe, capace di incarnare tutte e tre queste doti. Diego è stato un giocatore unico nella storia del calcio. Anche se ormai è diventato un mantra ripetuto a memoria da chiunque ami il football, giova ricordare che Dieguito ha vinto un mondiale da solo, affiancato da una squadra composta da onesti calciatori di cui, tranne Valdano, si sono perse le tracce. Anzi, per chi vi scrive, Maradona ne ha virtualmente vinti da solo anche altri due. Quello del 1990, quando una Fifa corrotta decise che doveva vincere la Germania. E quello del 1994, quando, dopo averlo scongiurato di tornare in campo per salvare la baracca dei Mondiali americani, fu fatto fuori a tavolino una volta resisi conto che si apprestava a scrivere l’ennesima pagina leggendaria. Del resto, è facile vincere giocando con il Barcellona o il Real Madrid. I fenomeni veri fanno trionfare il Napoli che non aveva vinto nulla in sessant’anni, l’Argentina di Cuciuffo e Brown, magari anche il Portogallo di Fonte e Pepe. Diego è stato un marziano, Messi, Ronaldo e tutti gli altri sono solo dei grandissimi calciatori.

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