Dieci lezioni utili che arrivano da Genoa-Napoli

Probabilmente servirà un defibrillatore per ogni tifoso del Napoli per arrivare vivi a maggio. Però a Genova abbiamo imparato tante cose. Speriamo siano abbastanza
  • di Boris Sollazzo

    Nove vittorie su dieci partite. Prima di qualsiasi commento, ripetete con me: 9 su 10. Questi ragazzi sono straordinari. Questa squadra è magnifica. Questo allenatore è un genio.

    Poi, possiamo parlare d'altro e capire che c'è qualche lezione che ci ha dato questo Genoa-Napoli.

    1. E' giunto il momento, i tempi sono maturi: i figli maschi di tifosi napoletani che d'ora in poi nasceranno dovranno avere un nome fiammingo: Dries. Onestamente, è il minimo che possiamo fare per lui.

    2. Rog è tornato a farsi ammonire. Questo ci insegna che la natura non può essere piegata nemmeno dal divino Sarri. A casa ora sono più sereni.

    3. Stop con il destro, tiro con il sinistro (che non è il suo piede) tre decimi di secondo dopo. Dopo una punizione pazzesca. Io credo che questo basti per fondare una religione basata sul culto del divino Mertens. Sarebbe giusto anche onorare Kat ed erigere statue per i loro cani randagi.

    4. Gli ultimi tre minuti abbiamo tenuto palla all'altezza della lunetta del calcio d'angolo alla destra di Perin, riuscendoci: solo sei mesi fa, una cosa del genere non l'avremmo vista. 

    5. Cloniamo Allan. Fa sempre la cosa giusta. Quando entra, va in ogni parte del campo a far capire che comanda lui. Quando entra, i compagni smettono di avere paura. Un fratello maggiore, praticamente

    6. Gemelli rossoblu che ci fanno soffrire fino all'ultimo. Izzo, un fratello napoletano di Scampia che ci segna il gol del 2-3. Mai fidarsi dei parenti.

    7. Ventinove gol fatti, sette subiti (e tutti ininfluenti, anche se estremamente dannosi per le nostre coronarie). Secondo attacco, seconda difesa. Sei trasferte (vinte) su dieci partite, tre scontri diretti già affrontati. Primi.
    E contate che la Var col Napoli è intervenuta una volta sola nelle nostre partite: per far espellere ingiustamente Hjsay contro il Verona. Con le inseguitrici (che vincono sempre, ahinoi) è stata piuttosto generosa. Ah, a proposito, è tornato il "rigore per la Roma", so che vi stavate preoccupando.

    8. Ricordate le retropagelle di Errico Novi? Oggi Reina fa un miracolo sull'1-2 con i piedi, su tiro deviato da Koulibaly: un capolavoro alla Garella (e sul 2-3 esce pure come lui). Giaccherini sembrava Caffarelli, Chiriches Moreno Ferrario, Diawara il miglior Rambo De Napoli (ma con un lancio migliore). Il problema è che per continuare a citare il primo scudetto, Piotr Zielinski fa rimpiangere Luciano Sola. Ecco, ora sto sognando che Rog a Torino diventi Volpecina. Ounas, se non gioca neanche domenica, rischia di dover accontentarsi di essere il nuovo Ciro Muro. Ok, la smetto.

    9. Il resto d'Italia ormai ci gufa così tanto e in modo così isterico che ho paura anche di far le scale.

    10. Il Napoli è Raul Albiol dipendente: senza di lui (solo tre le partite saltate dal nostro eroe, in una quarta ha giocato una manciata di minuti, a Bologna) abbiamo preso 5 dei nostri 7 gol in campionato. Così, per dire.

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