E se il problema della difesa fossero i quattro attaccanti?

Chi parla tanto della debolezza del reparto arretrato del Napoli spesso dimentica che nessuna squadra in Italia gioca un calcio così spregiudicato
  • semprecalcio.com

    di Domenico Zaccaria

    Insigne, Hamsik, Callejon e Higuain in campo; Mertens, Pandev e Zapata pronti a subentrare e – all’occorrenza – a partire titolari. Nei primi mesi della gestione Benitez si parla tanto del turnover scientifico applicato dall’allenatore spagnolo e della debolezza della retroguardia rispetto al resto della rosa. Ma pochi notano che in tutte le formazioni scelte da Rafa c’è una costante: i quattro attaccanti schierati contemporaneamente.  Nessuno, in Italia, gioca con un modulo così spregiudicato. E non da quest’anno. La conseguenza è logica: tu puoi anche chiedere a Insigne di travestirsi da Dossena e a Callejon di fare il Maggio, ma resti devastante quando riesci ad armare quei quattro all’attacco, e vulnerabile quando ti aggrediscono e ti dovresti coprire. Se è vero che la difesa è il primo reparto che andrà rinforzato a gennaio, è altrettanto lecito chiedersi quanto la nostra terza linea soffra per lacune individuali, e quanto per un modulo che inevitabilmente la penalizza. L’ultima grande squadra in Italia a giocare con un 4-2-3-1 vero fu l’Inter di Mourinho, quella del triplete; rileggere oggi la sua linea difensiva mette quasi i brividi: Maicon, Samuel, Lucio, Chivu. Tutti campioni e tutti nel pieno della maturità agonistica. Quella squadra poteva permettersi di andare a Barcellona a fare le barricate, noi no. Noi, come nessuna altra squadra in Italia da tre anni a questa parte. Il Napoli di quest’anno, come impostazione e come filosofia, entra in campo per cercare di fare un gol in più degli avversari; spesso gli riesce, a volte no, ma è sempre colpa della difesa? Analizziamo le due sconfitte in campionato: che gol sbagliarono Insigne e Pandev a Roma prima del vantaggio di Pjanic, peraltro arrivato su calcio da fermo? E quante occasioni ha avuto il Napoli a Torino per rimettere in piedi la partita prima della punizione di Pirlo? Ergo, sbaglia chi crede che l’arrivo a gennaio – pur necessario – di un centrale di livello europeo come Skrtel o Mascherano possa cambiare radicalmente le carte in tavola: questo Napoli è nato per farci sognare in attacco e per farci soffrire quando difende. Il più prudente 3-5-2 di Mazzarri, da tanti osteggiato, è stato finalmente accantonato per un modulo più spettacolare e vicino alle grandi di Europa. Ora bisogna dare tempo a Benitez e alla società di completare la rivoluzione, tanto nella filosofia quanto negli uomini. Per la prima ci vuole qualche mese. Per la seconda, tre o quattro sessioni di calciomercato.

     

     

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