L’Italia di Conte? Ridicola, altro che “uomini straordinari”…

Secondo il ct in Nazionale il gruppo viene prima del talento: abbiamo visto i risultati. Da napoletani dovremmo augurarci che Insigne, Gabbiadini e Jorginho non vengano mai convocati: ma uno spettacolo come quello di Italia-Romania non si può vedere
  • di Francesco Bruno        

    Devo fare una premessa: non tifo Italia. Non faccio il tifo contro, ma seguo ormai da tempo la Nazionale con il sereno distacco di chi, amante del gioco più bello del mondo, si siede davanti alla tv per ammirare belle giocate, schemi tattici e festose tifoserie. Uno come me che ai tempi del liceo, invece di avere appeso in camera il poster del Duce, del Che o di Jim Morrison, aveva come unica ideologia credere in Diego, come può sentirsi parte di una comunità che fischiò Maradona nella finale di Roma del 1990 e offende i napoletani quasi ogni domenica in quasi tutti gli stadi? E più in generale, perché dovrei tifare per una squadra che rappresenta una nazione che, anzi, propina modelli di comportamento e interpretazioni dei fatti quotidiani che stravolgono completamente la realtà, sforzandosi di trovare il modo per sbattere in prima pagina, un giorno sì e l’altro pure, i cattivi partenopei?

    Fatta questa premessa, sono consapevole che il mio ragionamento non può che essere viziato. Ma una considerazione è inequivocabile. Lo spettacolo offerto dalla Nazionale di Conte contro Belgio e Romania è stato francamente osceno anche per i più irriducibili fautori della teoria secondo cui noi napoletani, in quanto italiani, dobbiamo sventolare per forza le bandiere tricolori. Dopo due settimane di lezioni di morale fuori luogo impartite da uno che ha patteggiato una condanna per illecito sportivo, abbiamo visto cosa è stata capace di fare la Nazionale degli “uomini straordinari”. Impegno, corsa, poca qualità, poca capacità di creare gioco e di gestire la partita, un centrocampo fatto di onesti mestieranti del pallone, con il solo Marchisio che non si discute, ma non è il classico regista. Insomma, tanti buoni calciatori  e tanta buona volontà.

    Conte sembra non aver capito che allenare una nazionale è una cosa diversa dall’allenare una squadra di club. Se è vero, come è vero, che  il livello del calcio italiano è da tempo calato, a maggior ragione non si può pensare di non convocare i giocatori di maggior talento. Il compito del commissario tecnico è quello di selezionare i migliori giocatori e motivarli al massimo. È da folli non convocare gente come Insigne, Berardi, Pirlo, finanche Balotelli, giocatori capaci del colpo di genio che risolve la partita. In Nazionale occorre puntare sulla bravura dei singoli, servono i calciatori talentuosi, perché non c’è tempo per dare un’organizzazione. Certo, da tifoso del Napoli sarei contentissimo se Insigne, Gabbiadini e magari anche Jorginho non fossero mai convocati. Ma da amante del calcio mi  spaventa l’idea che in una nazionale possano giocare De Sciglio, Okaka, Giaccherini e Pellè. Potevano andare bene per il ridicolo girone di qualificazione, che è stato vinto per il rotto della cuffia. A giugno, in Francia, serviranno giocatori seri.

     

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