Ora per piacere fate giocare Juve-Sassuolo con la curva chiusa, punto e basta

La multa ai bambini è la conferma implicita che l’iniziativa avallata dalla Figc serviva solo ad aggirare la squalifica. L’istituzione sportiva si ritiri in buon ordine, e inviti la vecchia signora a non insistere nella sua protervia
  • Foto: blogosfera

    di Errico Novi

    Mamma che pena la Federcalcio. E che pena il Coni. La Juve no, tanto ne conosciamo la pretesa di essere sopra la legge. Ma davvero quest’epilogo grottesco, con i 5.000 euro di multa appioppati anche ai bambini, dipinge una brutta parola sulla faccia delle nostre istituzioni sportive. Riepiloghiamo, dunque. Il giudice federale (della Federcalcio, appunto) commina una giornata di squalifica a entrambe le curve bianconere per i cori al Vesuvio lavatore. La più appassionata, la “sud” degli improbabili Drughi, aveva già un’altra giornata da scontare – e infatti dovrebbe restare chiusa anche il 14 dicembre contro il Sassuolo. A questo punto, siamo nel pieno della pausa per la Nazionale, entra in scena Tuttosport. Fa una proposta paracula: perché le curve squalificate non le apriamo ai bambini? La Juventus finge di non saperne nulla, accoglie l’idea con tono di compiaciuta sorpresa. In realtà è un modo per aggirare la punizione. Tale punizione in effetti è concepita nel nostro codice sportivo per deplorare sia gli eccessi verbali dei tifosi sia il club che se li porta appresso. È vero che a non poter assistere alla partita sono solo gli inquilini dei settori incriminati, ma è anche vero che la squadra in questione si trova poi a giocare in uno scenario un po’ inquietante per la desolazione di quelle gradinate vuote. Quella brutta scena è prevista dalla legge. La squadra deve scontare il fastidio di quella visione. Evidentemente il presupposto della norma è che il club colpito si attivi per instaurare un proficuo rapporto con i propri tifosi, per isolarne le frazioni più sguaiate e contribuire così a evitare il ripetersi dell’episodio.

    Tutto chiaro. Tranne che alla Federcalcio. E al Coni. Vediamo perché. La Juve come detto sale in groppa al cavallo lanciato in pista da Tuttosport al grido di “bambini venite parvulos”. Inoltra alla Federcalcio la proposta di aprire sì i cancelli delle curve per Juve-Udinese, ma solo ai bambini. E qui capita l’incredibile. Perché la Federazione, cioè l’autogoverno del pallone nel cui seno opera il giudice sportivo, non si accorge che in questo modo la norma sarà bella e che aggirata. Non se ne accorge o ci prende per il culo? Più la seconda: ci prende decisamente per il culo. Sa benissimo che 10mila bambini, in gran parte pescati nelle scuole medie, coloreranno alla grande quei settori dello Juventus stadium altrimenti destinati ala desolazione. Sa benissimo, la Federcalcio, che con i bambini la curva nord bianconera sarà assai più rumorosa del solito, laddove la mancanza di consistenti gruppi ultras la rende paragonabile sì e no alla nostra Tribuna Nisida. Sanno tutto, e spianano la strada. Il tappeto rosso ce lo mette il presidente del Coni Giovanni Malagò, che si lancia nella più temeraria delle iperboli: «È un po’ come quando i beni confiscati alla mafia vengono destinati a fini di utilità sociale». Vai, vai...

    Il resto del calcio resta inebetito come quel personaggio di Continuavano a chiamarlo trinità tempestato da Terence Hill con una tale gragnuola di pugni che alla fine gli chiede di fargliela rivedere. Le puntate successive le conoscete bene. I bambini non fanno “oohh!” ma gridano “mmmerdaaa!”, come genialmente rilevato dal Napolista. E quindi si svela l’inganno. Quei bambini erano come i tifosi adulti spediti dietro la lavagna. Hanno tifato e insultato esattamente come i loro genitori, altro che gradinata civica. Cosicché il giudice sportivo, cioè la Federcalcio, gli affibbia pure i 5.000 euro di multa. In pratica la Figc ammette apertamente che i bambini sono serviti solo per aggirare la squalifica. Usati come scudi umani, perché contro di loro non si poteva sparare.

    Adesso con la protervia che le è congeniale la Juventus avverte che i bambini occuperanno la curva Sud anche nella gara col Sassuolo. S’è capito che è tutto un inganno? E loro pretendono di ripeterlo. Esattamente come i due scudetti revocati: si è capito che dietro quelle vittorie c’era una specie di casa di tolleranza allestita ad uso esclusivo degli arbitri? E loro lo sanno, non lo negano, ma vogliono vincere con tutto quel casino sulla coscienza, proprio così. Protervi e arroganti. "Sul campo" e fuori.

    La Figc e il Coni hanno fatto una figura più fantozziana che meschina. Si sono prestate alla furbata bianconera e sono state scoperte, la loro servile complicità è emersa con un fragore grottesco («mmmerdaaa!!!», appunto). Adesso ci facciano il piacere. Dicano alla Juve, a Marotta, a Marchionne se è necessario arrivare così in alto, che non è cosa, si rassegnino, ci si è sputtanati troppo, meglio non insistere. Plachino per una volta l’ansia degli juventini di affermare la propria supremazia sulle regole, a cominciare da quelle con cui gli inglesi inventarono il calcio 150 anni fa. Si ritirino in buon ordine. E soprattutto lascino stare i bambini.

    P.s. L’autore di queste righe è il solo, nell’impunita combriccola che anima questo sito, a pensare che i cori allo stadio siano materia non assoggettabile al codice penale; a trovare nelle urla infantili di Juve-Udinese la conferma che le parolacce fanno parte della vita e a ritenere che la pretesa di eliminarle solo dagli stadi sia un’opera di distrazione di massa. Ma ciò non toglie che se c’è una regola non la puoi aggirare con l’ipocrisia di chi si fa scudo dei minorenni. Da napoletano, pensate un po’, sarei stato meno disgustato se Marotta ci avesse piuttosto rinfacciato i cori sull’Heysel, o quelli con cui di solito sfottiamo i baresi per il loro accento.

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