Dalle urne è uscito De Magistris. E sullo stadio non cambierà nulla

Sul rifacimento del San Paolo le posizioni di De Magistris e De Laurentiis sono chiaramente divergenti da tempo. Non ci resta che sperare nelle Universiadi...
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    di Francesco Bruno

    Archiviato il ballottaggio elettorale, Napoli ha un nuovo (vecchio) sindaco. Il che significa, per chi segue il Napoli, che si tornerà presto a parlare dello Stadio San Paolo. Chissà se, oltre le congratulazioni di facciata, De Laurentiis avrà accolto con soddisfazione la riconferma di De Magistris a Palazzo San Giacomo. Certo è che per i prossimi cinque anni si troverà di fronte un interlocutore con il quale le divergenze su come ristrutturare il San Paolo sono evidenti.

    Le posizioni sono chiare da tempo. Il presidente ha presentato quasi un anno fa il famoso progetto Zavanella che prevede di eliminare la pista d'atletica e le curve, riducendo la capienza a 45 mila spettatori, con all’interno dello stadio ristoranti e negozi. Il tutto con un investimento da 30 milioni di euro. Inoltre, il Calcio Napoli aprirebbe un centro commerciale a piazzale D‘Annunzio, sistemerebbe piazzale Tecchio e realizzerebbe una pista di atletica per il quartiere. Il sindaco ha risposto un paio di mesi fa con un progetto di restyling finanziato da un credito sportivo di 25 milioni da parte del Coni, che altro non è che una messa a norma di bagni, seggiolini e spogliatoi secondo quanto richiesto dall’Uefa.

    De Laurentiis, a fronte di una ristrutturazione radicale dell’impianto, auspicherebbe che questo gli venisse concesso in pieno utilizzo per un cospicuo arco di tempo tale da poter rientrare dall’investimento effettuato. De Magistris non transige sul fatto che il San Paolo debba restare nella completa disponibilità del Comune. E dal suo punto di vista ha anche ragione: uno stadio con tanti spazi e tante strutture da affidare alla gestione di amici ed amici degli amici è un mezzo straordinario per creare consenso a spese dei napoletani.

    In mezzo c’è Napoli. Che è la città piu’ bella del mondo, ma che non dà certo l’impressione di essere una comunità capace di rimettersi in gioco e ridisegnarsi in breve tempo. In una città dove politici e cittadini ancora, nel 2016, discutono divisi in fazioni pro o contro l'istituzione delle aree pedonali, come puo’ essere vissuta con serena normalità la trasformazione di una struttura come lo stadio ?

    In definitiva, il Comune non vuole togliere le mani dal San Paolo, ma ha notoriamente le casse vuote. E il Calcio Napoli forse i soldi li tiene pure, ma a queste condizioni non è intenzionato a sborsare un euro che vada al di là del fitto annuale. Non ci resta che sperare come al solito in un evento esterno imprevisto, stavolta le Universiadi del 2017, che non saranno le Olimpiadi ma che alla fine qualche spicciolo per i lavoretti del San Paolo lo riserveranno pure.

     

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