Legia-Napoli, il turnover e un’altra sfida per Sarri: dopo Rafa, liquidare anche Walter

Azzurri in Europa league all’insegna dei cambi, come nel 2012 con Mazzarri: se al nuovo mister andasse un po’ meglio, sparirebbero anche gli orfani del lontano predecessore. Che, fino a quindici giorni fa, qualcuno dava alle porte di Castelvolturno
  • [Foto: raisport]

    di Errico Novi

    LEGIA VARSAVIA-NAPOLI – FORMAZIONI UFFICIALI. LEGIA VARSAVIA (4-3-3): Kuciak; Bereszynski, Rzezniczak, Lewczuk, Brzyski; Guilherme, Pazdan, Jodlowiec; Trickovski, Prijovic, Kucharczyk. All. Berg. NAPOLI (4-3-3): Gabriel; Maggio, Chiriches, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Valdifiori, Lopez; Callejon, Gabbiadini, Mertens. All.: Sarri.

    Tutto sta a chiamare le cose col loro nome. Quando tre anni fa Mazzarri decise di schierare in Europa league le riserve anziché i “titolarissimi” si parlò di Napoli B. Stavolta Sarri rifiuta nettamente l’espressione “turn over” e comunque non dà l’impressione di snobbare la Coppa. In apparenza lo stravolgimento è lo stesso: di qui a poco gli azzurri scenderanno in campo con 7 cambi rispetto alla formazione tipo, quella schierata contro la Juve. Più di mezza squadra, con l’imprevedibile esordio di Gabriel al posto di Reina. Eppure nessuno vede nelle scelte del tecnico un’indifferenza per la competizione. Casomai si coglie l’ansia di arrivare alla sfida col Milan nelle migliori condizioni, senza per questo buttar via il match con il Legia Varsavia.

    C’è una sfida nella sfida dunque per Sarri: dopo aver liquidato in due-tre mosse il ricordo di Benitez, può archiviare anche le residue nostalgie per Mazzarri. Non sarebbe cosa da poco: gli orfani di Rafa sono ormai merce rara, ma c’è da credere che i supporters azzurri con un buon ricordo di Walterone siano più numerosi. Tutti quelli a cui non piaceva lo spagnolo, di sicuro. E tanti altri che ne sono rimasti delusi dopo il pasticcio dello scorso  finale di stagione. In ogni caso la fiducia che il nuovo allenatore sta costruendo attorno a sé è straordinaria, se solo si pensa al clima che c’era fino alla partita col Bruges.

    Stasera poi si potrà sciogliere il principale dubbio lasciato irrisolto dalla notte con la Juve: l’affidabilità della panchina. Molti sono convinti che in fondo sia questo l’unico, vero limite del Napoli attuale: un ottimo undici di base che rischia di non reggere quando entrano le seconde linee. È così? Di qui a poco potremo farci un’idea un po’ più chiara. Ad esempio: un Maggio usato col contagocce, quindi meno logoro, può sostituire in modo accettabile Hysaj? E Chiriches che tutti davamo per titolare certo fino a qualche settimana fa è in grado di subentrare almeno una volta ogni tanto ad Albiol (come stasera) o a Koulibaly? Mertens schierato dall’inizio al posto di Insigne è davvero pirotecnico com’è sembrato col Bruges o quella era un’illusione? Se è solo per necessità che David Lopez può trovarsi a sostituire Hamsik (ma qui ha ragione Ugolini di Sky, sarebbe interessante vedere cosa combina El Kaddouri da mezzala), il piatto forte sarà la prova di Gabbiadini: quanto può dare nel ruolo di vice Higuain?

    Ecco, se almeno buona parte di questi quesiti trovassero risposta positiva, il Napoli di Sarri vedrebbe schiarirsi un altro po’ d’orizzonte. E convincerebbe quegli scettici che neppure il 2-1 di sabato  è bastato a tranquillizzare. Il tutto impreziosito magari dall’ulteriore “conquista” di seppellire il ricordo di Mazzarri. Che fino a quindici giorni fa, non di più, voci insistenti davano come soluzione d’emergenza per una panchina già scricchiolante. Ipotesi che a prescindere dalla notte di Varsavia, per fortuna, è già stata smaltita come la classica febbricola d’inizio autunno.

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