Juventus-Napoli, l’analisi tattica del 4-3-1-2 di Allegri

In vista della finale di Supercoppa di questa sera, ecco cosa è cambiato nel bianconeri dopo l’addio di Conte
  • goal.com

    di Giuseppe Romano

    Fase offensiva

    Uno dei punti di forza della Juve è la capacità di trovare soluzioni offensive grazie alla grande varietà di giocatori di cui può disporre. Generalmente la Juve avanza con il possesso palla, partendo dalla difesa la palla passa quasi sempre per i piedi di Pirlo (giocatore abile come ben si sa a smistare rapidamente) oppure, se viene "ingabbiato" quest'ultimo, si cerca la soluzione sulle fasce o addirittura si immedesima Bonucci regista, che tende a spingersi in avanti per vie centrali. I terzini spesso salgono sul livello dei centrocampisti offensivi per far salire il baricentro (vecchia tattica di Conte adottata anche da Allegri nel 4-3-1-2) cercando lo scambio con la punta (Tevez) per attaccare la profondità ed arrivare al cross. Con il nuovo modulo non è previsto che i terzini debbano necessariamente seguire l'azione in caso di contropiede, al fine di non rimanere troppo scoperti. Discorso simile anche per Pogba, Vidal, Marchisio e Pereyra, quattro giocatori che si giocano tre posti per affiancare Pirlo nella costruzione della manovra, uno di questi nel ruolo di falso trequartista (quello che era Hamsik nel 3-5-2 di Reja) che funge un po' da mezz'ala operando al lato opposto di Tevez (talvolta scambiandosi le fasce) e cercando di fare ponte tra centrocampo e attacco. Uno dei tre centrocampisti, escluso Pirlo, tenta sempre l'inserimento in area quando Tevez, a ridosso dell'area di rigore, indietreggia di qualche metro facendo salire la difesa avversaria e quindi lasciando l'area libera o portandosi dietro un difensore.

    Fase difensiva

    La tattica difensiva della Juve prevede il recupero rapido della palla con un pressing alto e molto aggressivo che spesso porta ai giocatori bianconeri a commettere dei falli tattici furbi, in modo da non rischiare sanzioni, di avere il tempo di rischierare centrocampo e difesa e di farsi trovare pronti in caso un azione avversaria. Mentre Tevez e Llorente, o chi per loro, rimangono alti per preoccupare in qualche modo mediani e difensori avversari, i tre centrocampisti si schiacciano sui 4 difensori che si posizionano appena fuori l'area di rigore, lasciando a Vidal il compito di fare libero pressing sul portatore, il che costringe l'avversario ad una giocata veloce contro una difesa ben schierata e pronta all'anticipo aggressivo. Rispetto al 3-5-2 dell'era-Conte, che in fase di non possesso arrivava a schierare una difesa a 5, il 4-3-1-2 di Allegri lascia consapevolmente più spazio agli avversari sulla linea dei difensori, ma questo garantisce un eventuale ripartenza meno dispendiosa soprattutto per i terzini.

     

     

    Condividi questo post