Zuniga il desaparecido, una beffa più che un mistero

L’ infortunio di Maggio ripropone la telenovela Juan Camilo: la sua presenza avrebbe fatto comodo ma chissà quando lo rivedremo. Le mille voci sulla sua convalescenza ricordano certe soavi bugie del Mazzarri vice di Ulivieri a Napoli…
  • di Francesco Bruno

    Nel calcio moderno, si sa, la settimana tipica di allenamento non esiste più. Tra coppe varie e partite delle nazionali si scende in campo praticamente ogni tre giorni per gran parte della stagione. Per una grande squadra come il Napoli, ancora impegnata in tre competizioni, è impensabile non far ruotare a seconda degli impegni i 16-17 giocatori affidabili della rosa. Nel turnover ragionato di Benitez che, a differenza degli anni passati, prova a giocarsi ogni competizione, per riuscire a presentare formazioni di valore comparabile in ogni torneo determinati ruoli devono per forza essere coperti dagli stessi giocatori. Alcuni, è il caso di Reina e dei tre ex madridisti, sono campioni abituati alle grandi platee e alle grandi sfide, quindi imprescindibili in quanto apportano alla rosa azzurra esperienza internazionale e solidità mentale. Altri, come gli esterni difensivi, nonostante l’acquisto dell’onesto Réveillère e l’inaspettata sorpresa Ghoulam, quasi sempre non hanno alternative in rosa, vista la sfortuna che sta tartassando i giocatori di fascia azzurri.

    Dopo l’intervento a cui è stato sottoposto Christian Maggio di ritorno da Oporto, ennesima tegola  caduta tra capo e collo di società e tifosi, la situazione è diventata di piena emergenza. Proprio in questo momento della stagione ci avrebbe fatto comodo ritrovare Zuniga, che a quest’ora sarebbe dovuto essere completamente recuperato e disponibile. L’infortunio di Juan Camilo, nonostante le rassicurazioni del dottor De Nicola che riporta la situazione del giocatore nei termini di una normale convalescenza postoperatoria, si sta ormai protraendo ben oltre le più pessimistiche previsioni. Si sarebbe dovuto trattare di un intervento di semplice pulizia del ginocchio, con conseguente rientro in campo dopo tre settimane, ma fin da subito il problema non è sembrato risolvibile in poco tempo. La sua situazione fa ricordare casi analoghi verificatisi nella storia della società partenopea. Mi è venuto in mente ad esempio quanto accadde a Pino Taglialatela nel 1999, negli anni tristi della serie B. Nel gennaio di quell’anno Batman iniziò a non giocare e si vociferò di un banale raffreddamento superabile in pochi giorni. Rientrò soltanto a campionato finito in occasione di una partita di beneficenza da lui organizzata, che rappresentò anche la sua ultima apparizione in maglia azzurra. La stagione 1998/1999 fu particolarmente sfortunata per lo staff medico dell’epoca. L’allenatore in seconda di quel Napoli era Mazzarri che, commentando una sconfitta interna degli azzurri,  comunicò ai giornalisti che alcuni giocatori avevano lamentato problemi intestinali durante la notte. Certo, il buon Walter nel suo recente quadriennio napoletano ha abituato la tifoseria al fatto di essere imbattibile nell’accampare scuse impossibili, come l’utilizzo di palloni più leggeri nelle competizioni europee o il fatto che il Napoli avesse giocato contro il Viktoria Plzen nel giorno del compleanno di Cavani. Ma la dissenteria è passata alla storia, così come fu comico giustificare quell’anno la squalifica per doping di Shalimov con l’utilizzo di una lozione per capelli.

    Ai giorni nostri l’infortunio di Zuniga sta assumendo risvolti tragicomici. Il mistero è sempre più fitto e i tempi del suo recupero continuano a restare avvolti nelle nebbie dell’incertezza. Se proprio dovrà andare a finire come accadde con Taglialatela, speriamo almeno che a giugno, dopo quasi un anno d’inattività, ancora esistano estimatori disposti a sborsare la clausola rescissoria di 25 milioni di euro.

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