Vedova Raciti a Napoli: "La maglettta pro Speziale mi ha fatto male"

La donna a Napoli per partecipare a un seminario contro la violenza.
  • (ANSA)  «Sono venuta a Napoli oggi perchè questo clima fa paura, e per dire a questa città che vive un dramma che la violenza è inutile e distruttiva». Così Marisa Grasso, vedova dell'ispettore di polizia Filippo Raciti morto nel 2007 dopo gli scontri tra i tifosi del Catania e del Palermo. «Mi fa paura questo clima di violenza - ha aggiunto la vedova Raciti, a Napoli per un seminario dell'università Federico II - che terrorizza e sono qui come una sorella che porta la propria testimonianza per far conoscere agli altri gli effetti devastanti della violenza». In merito al divieto della trasferta a Napoli per i tifosi della Roma, Marisa Grasso ha detto: «È una sconfitta per i cittadini onesti e per i veri tifosi, ma era una misura necessaria, bisogna educare chi utilizza impropriamente questo nome di tifoso e per farlo bisogna adottare misure forti». «Mi ha fatto molto male vedere quella maglietta che inneggia a una persona violenta che è l'assassino di mio marito». Lo ha detto Marisa Grasso, la vedova dell'ispettore Raciti ricordando, a pochi giorni da Napoli-Roma, la maglietta «Speziale libero» indossata da Gennaro De Tommaso la sera del 3 maggio all'Olimpico. «Dopo sette anni in cui ho chiesto giustizia e verità - ha spiegato - fa male vedere una maglietta che inneggia a Speziale, ma mi ha fatto male tutto, questa sorta di trattativa, le violenze e il morto fuori dallo stadio. A casa mia è cambiato tutto, mentre fuori le cose non cambiano. Nel prossimo week end, quando tutti andranno negli stadi a vedere le partite, io andrò al cimitero a ricordare mio marito». «Io ho visto la morte di mio marito, ho visto la mia famiglia rasa al suolo. Spero che gli episodi accaduti il 3 maggio non si ripetano più e che possiamo tornare in tutta Italia a vederci una partita solo con gioia e emozioni positive». «Io - ha concluso - sono una donna sconfitta, che ha perso una parte della sua vita, ma non scappo dalla Sicilia o dall'Italia perchè il tempo deve darci delle risposte. Rimanere e testimoniare è difficile, ma magari posso dare un reale contributo al cambiamento».

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