Sassuolo-Napoli ai raggi X

Mister Fabio Amazzini ci svela i segreti tecnico-tattici della sfida del Mapei Stadium
  • di Mister Fabio Amazzini

    Sassuolo vs Napoli

    Napoli: Per gli azzurri l’imperativo è uno soltanto: “Vincere”, senza se e senza ma. Questo Napoli non può e non deve più sbagliare, per ritrovare la strada giusta e restituire un po’ di serenità ad un ambiente che dopo la delusione dell’eliminazione dalla Champions, si è ritrovato ad affrontare anche un avvio in salita in Campionato. Soltanto 1 punto raccolto nelle due gare interne contro Chievo e Palermo, intervallate dalla sconfitta di Udine. Il goal di De Guzman al 93° nella gara di esordio al Marassi contro il Genoa, che ha regalato, seppur allo scadere, la prima vittoria stagionale, sembra dunque soltanto un ricordo lontano da rispolverare il prima possibile.

    Sassuolo: I verde-nero di Di Francesco, dopo il pari all’esordio casalingo contro il Cagliari sono inciampati in un pesante 7-0 rimediato contro l’Inter che ha fatto perdere un po’ di fiducia al gruppo e costretto il tencnico “scuola Zeman” a rivedere qualche equilibrio in fase difensiva. Il lavoro ha subito dato i suoi frutti. I modenesi, infatti, nelle ultime due giornate, hanno portato a casa due 0-0 consecutivi contro Sampdoria e Fiorentina. Ora puntano a cancellare lo “0” nella casella “partite vinte”.

    L’undici titolare

    Ancora tanti avvicendamenti in casa Napoli. Benitez, come sempre, cambia gli esterni difensivi. Dentro Britos e Zuniga, fuori Ghoulam ed Henrique. Riconfermatissimi, neanche a dirlo, Albiol e Koulibaly, impiegati praticamente in ogni gara ufficiale. Tra i pali, nonostante qualche recente incertezza, ancora fiducia a Rafael. A centrocampo, si rivede la soluzione “doppio mediano”. All’ormai “titolare” Gargano, Rafa affianca l’acquisto dell’ultimo minuto, Lopez. In attacco, rientra Higuain, supportato questa volta dai riconfermati Callejon e Hamsik e da Insigne che vince il ballottaggio con Mertens.

    Il modulo

    4-2-3-1. Nessun dubbio per il tecnico spagnolo, nessun passo indietro. Non sono però sempre i numeri a fare la differenza ma, piuttosto, l’atteggiamento dei singoli e il modo in cui ognuno degli uomini in campo interpreta le indicazioni e le direttive di un tecnico che crede in uno specifico modulo o sistema di gioco.

    Considerazioni tecnico-tattiche

    Il Sassuolo non rinuncia al suo tradizionale 4-3-3 nonostante le importanti assenze di Floro Flores e Berardi che li penalizza soprattutto sotto il profilo della velocità in fase di ripartenza. L’undici di casa fa fatica a costruire gioco. Magnanelli, uomo di riferimento del “tre” di centrocampo, non riesce a liberarsi facilmente della marcatura di Hamsik e spesso è costretto a ricevere palla quasi sulla linea difensiva, tra i suoi due centrali concedendo l’uno vs uno di Taider e Brighi con Gargano e Lopez. I due mediani azzurri hanno senz’altro vinto il duello in fase di interdizione grazie anche ai puntuali raddoppi di marcatura di Insigne e Callejon che hanno svolto una buona fase difensiva e sono riusciti spesso a trasformare le “seconde palle” in importanti azioni offensive. Zuniga, per la prima volta impiegato sulla destra e dunque non a piede contrario, è stato padrone della sua fascia e si è proposto diverse volte in sovrapposizione costringendo così Peluso a doversi preoccupare quasi esclusivamente della fase difensiva. Sansone e Floccari hanno provato in diverse circostanze a prendere posizione tra le linee per favorire l’inserimento di Taider e Brighi o la sovrapposizione a destra di Gazzola ma i loro tentativi hanno avuto quasi sempre esito negativo. Zaza infatti è sembrato sempre troppo solo ed isolato e nelle due circostanze in cui si è trovato 1 vs 1 con Albiol prima e Koulibaly poi, non ha saputo sfruttare al meglio le occasioni. La gara, sostanzialmente, non ha vissuto particolari “sussulti” né tantomeno nei 90’ abbiamo assisstito a situazioni tattiche degne di nota. La stessa azione del goal di Callejon, al 28°, parte da una situazione di contropiede scaturita da una palla persa da Zaza sulla trequarti ma diventa “importante” quasi esclusivamente grazie ad un’intuizione geniale di Higuain che serve magistralmente il n° 7 azzurro, abile ancora una volta a farsi trovare al posto giusto al momento giusto e correggere in rete l’ennesimo assist del Pipita.

    Il Napoli, dopo l’atteggiamento rinunciatario di Udine, nel quale ha davvero costruito poco per impensierire gli avversari e la gara interna contro il Palermo, nella quale non ha saputo amministrare il doppio vantaggio prima e il 3-2 poi, perché forse troppo proiettato ad “offendere” a discapito di un equilibrato assetto difensivo, ha forse, in questa gara, trovato il mix giusto. Purtroppo nello sport, la coperta è sempre corta ma senz’altro non subire goal è stato un aspetto positivo e degno di nota. Anche sotto il profilo mentale ha fatto qualche piccolo passo avanti ma gli errori tecnici individuali sono ancora troppi, soprattutto in fase difensiva.

    “Vincere”, era questo l’imperativo. Il Napoli, senza se e senza ma, con sudore e difficoltà, l’ha fatto. Ora da qui si deve ripartire per riconquistare quella lucidità e quella brillantezza nella manovra alla quale, gli azzurri e Benitez ci avevano abituati nella scorsa stagione. Soltanto così si può riconquistare una città che, nonostante le delusioni e le contestazioni, non vede l’ora di riabbracciare la sua squadra.

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