“Quello che sta facendo il Napoli è anche merito mio”. Critiche infondate, stavolta io sto con Walter Mazzarri

Le parole dell’ex tecnico dopo Atalanta-Inter hanno sollevato un polverone, ma la realtà è questa. E negarla non ci fa onore
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    di Domenico Zaccaria

    Nel calcio parlare di riconoscenza è a dir poco eufemistico, anche se ho sempre pensato che noi tifosi del Napoli costituissimo una piacevole eccezione. Edy Reja ad esempio, alla prima al San Paolo da avversario, fu accolto come meritava: con applausi scroscianti e mazzi di fiori, e se fosse stato possibile gli avrebbero steso un tappeto rosso dagli spogliatoi della Lazio fino al campo da gioco. E’ vero che c’è modo e modo di andare via, e la scorsa primavera Walter Mazzarri è riuscito nella titanica impresa di sbagliare tutte le sue mosse; ma questo non deve farci dimenticare quello che il mister di San Vincenzo ha fatto per noi, dove eravamo quando è arrivato e dove ci ha lasciati quando ha deciso di cambiare aria. Per questo motivo ho trovato fuori luogo la reazione di buona parte della stampa napoletana dopo le parole pronunciate da Mazzarri alla fine di Atalanta-Inter. Martedì sera, a chi gli ha fatto notare che la sua squadra non riuscisse a ricompattarsi quando l’avversario riparte, a differenza di quanto faceva il suo Napoli, il mister ha risposto: “Trovo giusta l'osservazione, ma a Napoli ho allenato quattro anni e i giocatori sono cresciuti tanto, come dimostra quello che il Napoli sta facendo adesso è anche merito mio, visto che il 90% dei giocatori sono ancora quelli. Ci vuole tempo. Ora stiamo giocando con due mezzali, ma non siamo veloci come era la mia squadra a Napoli a recuperare palla e a dare il via alle ripartenze”. A chi ha letto in queste parole messaggi velenosi contro la sua ex squadra o contro Benitez, o chi ancora ha parlato di “frasi al veleno”, io dico che stavolta sto con Walter Mazzarri. Al quale non perdonerò mai il modo in cui ha deciso di andarsene, e al quale auguro di non ripetere in nessuna altra piazza ciò che ha fatto da noi. Già, perché quello che ha fatto sul campo, io non lo dimenticherò mai. Non dimentico che ha preso una squadra al penultimo posto in classifica e l’ha portata in Europa; non dimentico la Champions in cui tutti ci davano per spacciati, le rimonte, i gol negli ultimi minuti, quelle maniche arrotolate che erano un grido di guerra contro gli avversari. E ora è giusto criticarlo ed odiarlo (sportivamente, per carità) per come se ne è andato, e sarà giusto subissarlo di fischi quando rimetterà piede al San Paolo: ma negare la realtà non è onesto. Quello che stiamo facendo oggi è sì frutto del lavoro di Benitez, ma lo stesso allenatore spagnolo ha rimarcato più volte i meriti del suo predecessore. Se siamo dove siamo, lo dobbiamo anche a lui. Soprattutto a lui. Piaccia o no.

     

     

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