Napoli-Chievo, la vittoria della squadra su tutto il resto

Vincendo e convincendo gli azzurri hanno dimostrato di infischiarsene delle polemiche societarie dei giorni scorsi. E' la risposta che aspettavamo
  • di Francesco Bruno

    In casa Napoli proprio non possiamo mai stare tranquilli. Non bastassero le imboscate mediatiche periodicamente tese al Napoli e a Napoli, i nostri eroi (Sarri e De Laurentiis) erano riusciti nell’impresa di trasformare un secondo posto in classifica in un problema. Riepiloghiamo brevemente i fatti che ormai conosciamo a memoria. Ci aveva pensato dapprima Maurizio Sarri a trasformare l’ormai annosa questione arbitrale in una contestazione alla società, ergendosi di conseguenza a punto di riferimento di quella parte di tifoseria che vede in De Laurentis la causa per cui il Napoli, indiscutibilmente il club più titolato al mondo, non riesce ad andare al di là del secondo posto e della qualificazione alle coppe europee. La risposta di De Laurentiis, tra comunicati e cinguettii, non si era fatta attendere. E mentre in un altro club si sarebbe fatto fronte comune per sottolineare i tre rigori non concessi in cinque partite, lui sceglieva di usare la spada invece del fioretto, richiamando all’ordine l’allenatore come avrebbe potuto fare un megadirettore qualsiasi con l’ultimo dei suoi dipendenti.
    Dall’esterno è apparso subito evidente quale fosse lo stato dei rapporti tra i due. Volendo essere ottimisti, restano dubbi sul clima che c’è tra di loro. L’unico modo per rimediare era far parlare il campo, tornare a vincere per scacciare la paura di andare a finire a “pesci fetienti”, iniziando così a scassare un bellissimo giocattolo già miracolosamente uscito indenne dalla buriana Higuain. Il Chievo tutto era tranne che un avversario facile da battere. Maran stava stupendo tutti in questo inizio di torneo e i dieci punti in graduatoria erano tutti meritati. Serviva compattezza e soprattutto concentrazione, ciò che contava erano l'unione e la forza del gruppo. Reina e soci ci hanno dato sul campo la risposta che speravamo, dimostrando di infischiarsene delle bagattelle societarie che aleggiavano pericolosamente sulle loro teste. Dopo Kiev, dopo essere usciti indenni da Marassi – che è lo stadio italiano in cui, checché se ne pensi, maggiormente si respira l’aria da Premier League –, scendere in campo e tornare a vincere come se nulla fosse accaduto negli ultimi tre-quattro giorni costituiva un altro step di avvicinamento verso quel salto di qualità che aspettiamo da tempo. E che dobbiamo compiere anche noi tifosi, perché solo remando tutti dalla stessa parte possiamo lottare contro la superpotenza bianconera.

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