Ma dal 20 maggio 2012 il Napoli, per la Juve, è un’ossessione

È vero, al San Paolo non ci giochiamo il tricolore. Ma anche per i bianconeri questa ormai è la sfida dell’anno. Lo dimostrano i cori dei loro ultrà e le provocazioni di Conte. Forse è perché dalla notte di Coppa Italia hanno imparato a temerci davvero
  • di Francesco Bruno

    Per noi tifosi azzurri Napoli-Juventus non è mai stata una partita come le altre. Lo ha spiegato magistralmente proprio su Extranapoli Enrico Ariemma. Quella contro i bianconeri è da sempre la partita dell’anno, il nostro personalissimo clasico. Sarà che la Juventus ha sempre rappresentato la Torino nebbiosa delle fabbriche verso cui esternare la nostra totale diversità partenopea, fatto sta che i nostri ricordi più belli riguardano quasi sempre epiche sfide contro la Vecchia Signora. Il primo flashback calcistico che mi viene in mente ad esempio è quello dell’esultanza da ragazzino in Curva B al pareggio dello sfortunato Gianni De Rosa nel Napoli-Juve dell’83-84. E mi commuovo ancora se penso al graffio maligno di Diego del 3 novembre del 1985 o se ritorno indietro al memorabile 3-0 in Coppa Uefa, con gol di Renica al 119esimo minuto. Se il coro più gettonato al San Paolo è ancora adesso “chi non salta bianconero è…”, negli anni ’80 e ’90 durante ogni partita casalinga a un certo punto, a prescindere dall’avversario, partiva “il lunedì che umiliazione, andare in fabbrica al servizio del padrone…”.

     A ben vedere anche quest’anno, come per gran parte della nostra storia calcistica, Napoli e Juventus non sono mai stati avversari diretti per la conquista del tricolore. La sfida di domenica, con un distacco di venti punti, non ha ormai alcun valore in chiave scudetto. Forse solo  nel campionato 74-75, quando il Napoli perse a Torino trafitto da “core ’ngrato” Altafini, la corsa al titolo restò aperta fino all’ultimo. Negli anni di Diego invece, quando il Napoli iniziava a vincere, la Juve viveva un’epoca difficile, e rivali del Napoli erano il Milan olandese di Sacchi e l’Inter tedesca di Trapattoni.

    La novità, da un paio di stagioni a questa parte, è che Napoli-Juve è diventata la partita dell’anno non solo per i napoletani, ma anche per gli juventini. In primis per la tifoseria bianconera, che intona ormai ad ogni partita beceri cori anti Napoli, con la scusa, ormai avvalorata da tutto il mondo del pallone, di voler contestare le inique e inappropriate norme sulla discriminazione territoriale imposte dalla Federcalcio. Ma anche Marchisio, non più di un anno fa, confessava dalle colonne di un noto magazine nazionale la propria antipatia sportiva verso il Napoli. Conte poi non perde occasione per parlare degli azzurri, lanciando spesso qualche provocazione soprattutto a Benitez, reo ai suoi occhi di continuare ad affermare che il processo di crescita del Napoli è ancora al 75%. E anche nel nostro piccolo, sul profilo Twitter di Extranapoli, @massimozampini ha provato a “sfottere la mazzarella di San Giuseppe”, come ironicamente sottolineato da @oivitamia. La galassia bianconera non avrebbe di che preoccuparsi del Napoli, considerati i clamorosi distacchi in classifica accumulati anno dopo anno. Forse la sconfitta del 20 maggio 2012 e il match scippato di Pechino hanno instillato nelle menti juventine il dubbio che gli azzurri, in una finale da dentro o fuori, siano avversari capaci di qualsiasi impresa. Facendo i debiti scongiuri, il prossimo agosto cercheremo di giustificare questi timori.

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