Ma Behrami è ancora infortunato?

L’esclusione dello svizzero dall’undici titolare appare alquanto misteriosa
  • napoli.repubblica.it

    di Antonio Moschella

    Il modulo non si tocca. Dice Rafa. D’accordo. Il 4-2-3-1 di ispirazione europea e da grande squadra non va modificato assolutamente, è una questione di principio per l’allenatore spagnolo. Eppure, qualcosa stride. Oltre al mancato adattamento di Marek Hamsik, che vive anche una crisi a livello psicologico, è lapalissiano che per giocare con solo due mediani costoro dovrebbero essere due colossi, potenti fisicamente e capaci di impostare il gioco. Questo perché per sopportare la spinta di tre trequartisti e una punta, nonché di uno o due terzini fluidificanti, è necessario serrare bene le fila in mediana, cosa che accade raramente durante una partita del Napoli.

    Il centrocampo azzurro viene puntualmente perforato dalle verticalizzazioni avversarie, non ha equilibrio ed è composto da un buon regista, Jorginho, che però non porta l’acqua, e da un mediano come Inler che forse col fisico ci sta anche ma azzecca un lancio su cinque e in quanto a corsa e interdizione è davvero poca roba. Anche in questo caso è chiaro che un eventuale schieramento a tre in mediana gioverebbe ai due giocatori sopra citati, ma si parla di un ragionamento fatto per assurdo, ancora una volta.

    E allora, cercando di esulare da questo assunto, da ignorante a livello di tattica, perché non sono un allenatore, mi domando: Valon Behrami è ancora a mezzo servizio e io non lo sapevo? O forse quel plantare particolare non ha funzionato e sarebbe stato meglio operarlo? In realtà, dopo il clamoroso caso Zuniga, non mi sento di escludere nessun tipo di ipotesi. Anche perché non riuscirei mai a capire, ragionando con calma, perché Rafa continua ad escludere il mediano svizzero dall’undici titolare, preferendogli il suo connazionale Inler che, oltre ad essere stanchissimo, è dalla partita col Milan che non ne combina una buona: non mantiene la posizione, non calibra i lanci, rallenta il gioco e fa venire a noi tutti un buon travaso di bile.

    Inoltre, il 4-2-3-1 è un modulo che deve contare per forza un mediano capace di rubare palla, pressare a tutto campo e ringhiare su ogni pallone ed in questo Behrami è un maestro. Con Mazzarri, e fino all’arrivo di Jorginho anche con Benitez, era sempre tra i migliori in campo e uno dei pochi con gli occhi della tigre, dal primo all’ultimo secondo di gioco. E allora davvero non riesco a spiegarmi il perché, arrivati a un momento cruciale della stagione, con il terzo posto ancora da blindare e una finale di Coppa Italia da preparare al meglio, il buon Rafa non voglia dare al guerriero azzurro un’opportunità per mettersi in discussione e dimostrare che nel suo scacchiere tattico quasi obbligato, egli è una pedina, pardon un pedone, fondamentale. Uno di quelli non bellissimi da vedere ma terribilmente efficaci, soprattutto nel calcio italiano. Uno di quelli che non tira mai dietro la gamba. Uno di quei leader silenziosi che, anche se non si tratta di argentini stravaganti, piacciono tanto al San Paolo.

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