Lavezzi-Cavani, due modi diversi di dirsi addio (e di reinvestire sul mercato)

Il Pocho fu sostituito con giocatori già in rosa, mentre con i 64 milioni del Matador sono stati acquistati Higuain, Callejon e Mertens: a un anno di distanza, la società ha cambiato strategia e i risultati gli stanno dando ragione
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    di Domenico Zaccaria

    Lavezzi ci salutò in una storica serata di maggio allo stadio Olimpico di Roma, nella vittoriosa finale di Coppa Italia contro la Juventus. Il Pocho aveva già deciso il suo futuro e non ne fece mistero, anzi se ne andò come meglio non poteva: riportando a Napoli un trofeo dopo tanti anni e salutando tutti con le lacrime agli occhi. L’anno successivo anche Cavani ci lasciò dopo una partita, decisamente meno importante, all’Olimpico contro i giallorossi. Forse anche Edinson aveva già deciso il suo futuro, o forse no; non lo sapremo mai, anche perché se ne andò come peggio non poteva: giurando amore alla città ma ribadendo che “nel calcio non si sa mai”, facendo uscire allo scoperto i parenti fino al quarto grado e scegliendo alla fine un campionato meno prestigioso del nostro, ovviamente in nome del Dio denaro. Già, il denaro: in due anni i ricchi proprietari del Paris Saint Germain hanno versato 95 milioni di euro nelle casse del Napoli per assicurarsi i nostri due ex idoli. Ma nell’estate del 2012 e in quella appena passata, la società di De Laurentiis ha adottato strategie ben diverse. Il primo anno, la gran parte dei tifosi azzurri (e forse anche Mazzarri) si chiese dove fossero finiti i 31 milioni della clausola di Lavezzi. Si decise infatti di puntare tutto su Pandev, che già faceva parte della rosa, e sul giovane Insigne, reduce dai prestiti a Foggia e a Pescara. Fu una scelta vincente? Il secondo posto finale suggerirebbe di sì, anche se molti (me compreso) continuano a chiedersi dove sarebbe potuta arrivare quella squadra con una seconda punta più prolifica in rosa, al di là dei discorsi sul gioco d’attacco tutto incentrato su Cavani. In 38 partite Pandev segnò 6 reti, Insigne 5: lo stesso score di Callejon e Higuain oggi, all’11° giornata; mettiamoci anche Mertens, e il gol diventano 12 (14 con le partite in Champions). Già, quest’estate De Laurentiis ha cambiato decisamente strategia, e i 64 milioni incassati dalla cessione di Cavani sono stati reinvestiti su un tris d’assi d’attacco che sta rendendo meno doloroso l’addio del Matador. Vendere a peso d’oro per poi reinvestire, seguendo l’esempio della Juventus con Zidane e dell’Inter con Ibrahimovic: sembrava impossibile, e invece è successo anche a Napoli. E i primi segnali sono decisamente incoraggianti.

     

     

     

     

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