La play(napoli)list dopo l’amara sconfitta di Verona

Da Lou Reed a Mario Merola, dai Led Zeppelin a Pino Daniele: ecco come una partita può essere raccontata anche in musica
  • di Raffaele Calvanese

    Non era facile restare lì seduti davanti a uno schermo dopo la sconfitta con il Verona, non era facile trovare le parole. Ma a ben guardare c’era già qualcuno che le aveva trovate per noi, bastava soltanto accendere lo stereo e premere PLAY.

    - Ligabue - Quando tocca a te (Per ogni ora passata in campo, e non ti sporchi la maglietta, ci vuol sudore e un minimo di cuore…)
    I risultati sono secondi solo a una cosa, all’impegno che vedi mettere in campo ai giocatori della tua squadra del cuore. Ci sono campi dove quest’impegno lo dai quasi per scontato, per tutta una serie di motivi. Verona è quel posto. Verona è IL POSTO. E quando vedi uscire molti giocatori con le maglie asciutte e dai pure uno sguardo al tabellone, allora la rabbia è tanta. Il turnover è importante per raggiungere risultati importanti e giocare molte competizioni, non va sconfessato dopo ogni sconfitta. Vanno però sottolineate le prestazioni di chi subentra ai titolarissimi, a chi ha la sua possibilità e non si dimostra all’altezza. Quando tocca a te, tocca a te.

    - Romeo had Juliette - Lou Reed
    Dovevamo arrivare cantando l’altra faccia della medaglia, l’inno sporco e duro di Lou Reed, in cui Romeo senza troppa cura, si prende Giulietta e si diverte. Senza seghe mentali, senza paturnie. Ma Giulietta ci ha preso e ci ha fatto fare la figura degli sfigati, in amore, come nel pallone è una questione di autoconsapevolezza. I propri mezzi per quanto a volta non all’altezza vanno usati bene. Non è una questione di dimensioni (della panchina) ma di come la usi e noi stavolta ci siamo fatti prendere dall’ansia da prestazione.

    - Ebony & Ivory - Stevie Wonder & Sir Paul McCartney
    Verona è un campo dove, più che in altri posti il napoletano, il campano in generale, viene visto come un “diverso” uno straniero. E’ una situazione anacronistica ma reale. Rafa schiera Zapata, il nostro Ebony, e tiene in panca Il Pipita, Ivory. Non prova a farli giocare insieme in “a perfect armony” la partita non decolla e Duvan resta incompiuto.

    - E’ bell o mango - Mario Merola
    A Verona ogni volta si scrivono pagine nuove sulla storia delle offese calcistiche. Il nostro Don Rafè stavolta è stato l’oggetto preferito dello scherno scaligero. Il coro “Ciccione ciccione” si è alzato spavaldo dagli spalti all’indirizzo del nostro, che ha schivato gli improperi e forse, nella trans agonistica del match, non li ha nemmeno sentiti. Li abbiamo sentiti noi, e ci abbiamo riso su. Il livello dell’offesa è da “festa delle medie”. Noi ci teniamo il nostro statuario Mister, a loro lasciamo quello dei cori razzisti.

    - Immigrant song - Led Zeppelin
    La canzone degli immigrati, la canzone della rivalsa, l’urlo primordiale che avremmo voluto vedere sui volti dei nostri undici, che aspettavamo come leoni e abbiamo trovato come pulcini bagnati dalla foschia nordica. A Verona dovevamo andare con le nostra urla di battaglia, agonismo e fermezza, ed invece ci siamo fatti spaventare da noi stessi forse, da una presunta forza che non va mai data per scontata per non prendere imbarcate come quella del Bentegodi. Fiammate come riff di chitarra, ripartenza come acuti di Robert Plant. Sono mancati in campo e invece che ad un leggendario concerto dei Led Zeppelin abbiamo dovuto assistere ad uno stornello veronese.

    - Questa Primavera - Pino Daniele
    “Il nostro amore vola, sul mondo e le città, per non lasciarti sola…”
    Il bicchiere dopo una sconfitta come quella di Verona appare sempre mezzo vuoto, ma noi sappiamo che i cavalli si contano al palo. E come diceva il grande Pino, è questa primavera che ci dirà chi siamo. Questa Primavera l’Europa cambierà, speriamo che saremo noi a farla cambiare. Pino mettici una mano tu.

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