La Lazio si aggrappa a Reja e punta all'Europa

Un ambiente spaccato e priva di sette titolari, così i biancocelesti si presentano al San Paolo. Nel mirino una qualificazione impensabile prima dell'arrivo di Edy.
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    di Paolo Colantoni*

    Da quando è tornato alla guida della Lazio Edy Reja è stato protagonista di un cammino più che esaltante.

    I risultati e i numeri sono tutti dalla sua parte, basti pensare che, dal sei gennaio (giorno del suo secondo esordio biancoceleste) solo tre squadre (Juve, Roma e Parma) hanno fatto meglio e alla vigilia dello scontro diretto con l'amico/rivale Benitez, ha collezionato gli stessi punti dello spagnolo, nonostante un divario tra le rose più che evidente.

    Reja ha riportato la normalità al centro della Lazio, almeno per ciò che concerne l'aspetto tecnico. Non proporrà un gioco esaltante e offensivo, ma ha sistemato una difesa che faceva acqua da tutte le parti (basti pensare agli spazi concessi all'andata a Higuain e compagni) e ha ridato un'identità ad un gruppo che conosce alla perfezione. Il grande paradosso del mondo laziale infatti ruota tutto intorno ad una rosa che la società è stata incapace di rinforzare. Almeno nove undicesimi della squadra titolare sono gli stessi che Reja guidava due anni fa, prima dell'avvento di Petkovic. A testimonianza dell'immobilismo sul mercato della società nelle ultime due stagioni.

    In questi mesi Reja ha lavorato in mezzo ad un turbinio di problemi. Dalla cessione di Hernanes all'ultimo giorno di mercato, al mancato acquisto di un sostituto, dal caso Marchetti (che ha sulla coscienza anche l'eliminazione dall'Europa league) al declino di Anderson, dai continui acciacchi di Klose ai problemi fisici di Postiga (arrivato come alternativa al panzer e fermato due mesi da problemi fisici) fino alla contestazione dei tifosi, che hanno disertato lo stadio, lasciando le tribune dell'Olimpico desolatamente vuote durante le partite casalinghe della squadra.

    Reja si è trovato in mezzo alla guerra tra i tifosi e la società, provando a chiedere inutilmente una tregua, ma rimanendo invischiato nelle critiche e negli attacchi dei contestatori e in un atteggiamento tutt'altro che propositivo da parte di Lotito. Mentre Reja chiedeva alle due parti di fare un passo indietro, Lotito continuava a far arrabbiare i tifosi con dichiarazioni e atteggiamenti provocatori e i sostenitori decidevano di abbandonare la squadra per amplificare la protesta.

    Nonostante tutto è riuscito a creare un gruppo forte e a rilanciare la squadra verso l'Europa league, obiettivo inimmaginabile qualche mese fa. Se dovesse raggiungerla (non sarà facile, visto il calendario) sarebbe un vero miracolo. Ma non sarebbe il primo raggiunto sulla panchina biancoceleste. Tutto dipenderà dalle prossime gare. A Napoli, senza Marchetti, Biava, Dias, Biglia, Gonzalez, Keita e Klose (sette undicesimi della squadra titolare) sarà quasi impossibile riuscire a fare risultato. Ma una cosa è certa, il buon vecchio Edy venderà cara la pelle.

    *conduttore "56 Lazio" su Teleroma 56

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