Caro Verde, stammi a sentire: resta a Roma. Che a Napoli non è cosa

Pur di attaccare De Laurentiis ora qualcuno monta la polemica sul giovane talento giallorosso. Che in azzurro sarebbe massacrato a ogni piccolo errore (Insigne docet)
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    di Gianmario Mariniello

    Ovviamente la vittoria del Napoli contro l'Udinese (all'andata perdemmo: siamo a +6 rispetto al girone d'andata. In sole 3 partite) è passata sotto traccia. Quarta vittoria consecutiva? Bel gioco? Terzo posto al sicuro? Chissenefrega. Montiamo una bella polemica su 'sto guaglione, tale Verde, pur di andare contro il pappone. Che mo' vince, ma non va bene. Pure ieri un bel coro dalle curve. Se lo merita. Se avesse comprato Mascherano, trattenuto Reina e rifatto il San Paolo in 10 giorni, oggi saremmo in testa al campionato e ai quarti di Champions. Vabbuo', niente di nuovo. 

    Mo', io a Verde auguro le migliori cose. Che diventi l'erede di Totti. Con tanto di una bella Ilary al suo fianco. Anche perché, oggi, questa ala di piccola statura, nel Napoli di Mertens, Insigne, De Guzman, Hamsik, Callejon e Gabbiadini, avrebbe fatto manco la tribuna. Ma si sa, i napoletani devono giocare a Napoli. Per prendersi il triplo dei fischi ad ogni errore e il doppio delle maleparole, perché se sei napoletano e hai successo, sei nelle migliori delle ipotesi un sagliuto 'e capa, oppure un pezzente risagliuto. Chiedere info a Insigne. 

    Ah, ho scoperto pure che tutti i napoletani devono giocare a Napoli. Che se così fosse, ci vorrebbero dieci SSC Napoli, 10 San Paolo. Senza pista d'atletica. E chi glielo dice a Giggino. No no, Verde. Sient' a mme. Statt' a Roma. Si vive male, la città é sporca e caotica, la gente é invadente. Quindi un po' (ma non troppo) ti sentirai a casa. Fai cose buone. E continua a tifare Napoli, nel silenzio del tuo cuore. 

     

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