Moviola in campo? Con quello che succede ci vuole la moviola in tribunale

Conta solo quello che l’arbitro scrive nel referto, lo ha detto anche Tosel alla radio. Ma così ci va di mezzo la credibilità del calcio
  • di Francesco Bruno

    Al teatrino mediatico che sta andando in scena da domenica non poteva non partecipare il giudice sportivo Tosel il cui nome, al solo pronunciarlo, provoca improvvise reazioni allergiche alla tifoseria azzurra. Certo, nello scherzo telefonico di Radio Marte si è rivelato di un'ingenuita' quasi comica nell' ammettere di dare "chiarimenti tecnici" alla stampa. Ma gli va almeno riconosciuto il merito di avere spiegato con sincerità disarmante che l'unica cosa che puo' essere oggetto della valutazione del giudice sportivo è ciò che l'arbitro scrive nel referto. Tutto il resto, anche se provato inequivocabilmente con altri mezzi tipo immagini televisive, non assume alcun valore. Che novità, potremmo commentare. Ma a pensarci bene quello che accade nel calcio è, per dirla alla Pannella, una vera e propria " refertocrazia". L'arbitro cioè, scrivendo nel suo documento di fine gara quello che ritiene di aver visto o sentito, ha il potere assoluto di decidere cosa è accaduto o meno sul terreno di gioco, in barba a ciò che tutto il resto del mondo ha potuto vedere dagli spalti e da casa grazie alle immagini mandate in onda da decine di telecamere. Un po' come se, nella giustizia ordinaria, il magistrato giudicante potesse emanare la propria sentenza di primo grado soltanto sulla base di quanto prodotto dal pubblico ministero, senza poter tener conto di alcun mezzo probatorio.

    E così, in questo ordinamento giuridico perversamente congegnato può capitare che Irrati, poveretto, resti sconvolto dall'aggressività con cui Higuain ha protestato per l'ingiustizia subita, al contrario di Rizzoli che non si è accorto della quasi testata di Bonucci e addirittura ha confessato di averlo spinto lui. Ma non basta. Higuain, lo si apprende dal comunicato della FIGC, ha pagato anche per aver rivolto all'arbitro un'espressione ingiuriosa che, grazie alla solita Gazzetta, abbiamo scoperto poi essere l'aggettivo notoriamente offensivo  "vergognoso". In compenso Calvarese, l'arbitro di Juventus-Empoli, non si è accorto di Zaza che lo apostrofava "figlio di p." e "pezzo di m.", e di conseguenza non ha messo a referto un bel niente.

    Pura follia, dunque. Follia di quello che, proprio un anno fa, Rafa Benitez definiva  "calcio italiano di merda". Stiamo aspettando come la panacea di tutti i mali la moviola in campo. Ma qua, alla luce di quello che combinano - e poi refertano - gli arbitri, servirebbe la moviola nei tribunali sportivi per aiutare i giudici a formulare sentenze eque anzichè assurde e ribaltabili nei successivi gradi di giudizio in cui le immagini televisive possono essere allegate ai ricorsi. Decenni fa il referto dell' arbitro era l'unica fonte di prova su cui basarsi, oggi non è piu’ così. Oggi le telecamere sono in ogni parte del campo e portano agli occhi degli spettatori l'evidenza delle situazioni di gioco. Magari mettendole a disposizione del giudice sportivo riusciremmo a rendere piu’ credibile questo nostro mondo del calcio ormai sempre piu’ malato.

     

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