Dieci cose che Rafa Benitez deve sapere per non "scuornarsi"

Una media di due punti a partita. In corsa per la qualificazione in Champions, per l'Europa League, per la Coppa Italia. Ma l'allenatore spagnolo è già sulla graticola. Ecco 10 cose che deve sapere per capire Napoli
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    di Boris Sollazzo

    Rafé, senti a me. Tu ai napoletani l'hai capiti più di tanti altri. Perché dentro lo sei anche tu. Quindi forse questi miei consigli neanche ti servono. Però io, a scanso di equivoci, qualche avvertimento te lo lascio lì. Magari può servire.

    Così, per evitare lo "scuorno".

    1. A Napoli possono parlare tutti: dal pasticciere sotto casa a procuratori così bravi, ma così bravi, che hanno il difensore più forte del mondo e gli trovano un posto in una squadra che rischia di retrocedere.
    Può parlare un allenatore fermo da ere geologiche e pluriesonerato, un direttore sportivo ancora inquisito, un comico che non fa ridere. Insomma, siamo democratici, Rafé, non lasciamo indietro nessuno.
    Tanto, fa parte della nostra natura tollerante e fatta di rispetto per il diverso, anche se è fesso.

    2. A Napoli può accadere che un telecronista tifoso - sia chiaro, conservo molti dubbi sulla veridicità di entrambe le definizioni - per insultare te, elogi il tuo predecessore. Che ora arranca undici punti dietro al nostro Napoli in campionato e che peraltro dalla Coppa Italia è stato sbattuto fuori da un'Udinese che in classifica è messa peggio di Lazio e Atalanta. Per il mio amore per te mi chiamano jihadista rafaelita. Ecco, in questo caso parliamo di relativismo raffaellita. Con due l, sì.

    3. A Napoli, tutti sanno tutto. Un manipolo di ben informati ti danno in Spagna alla fine dell'anno. O forse in Inghilterra. Ovvio, sono ben informati. Tu ieri a +N parlavi di progetto pluriennale, loro ieri ti davano già in altri lidi.
    Sanno tutto, eh, proprio tutto. Poi magari ti contestano Jorginho fuori dall'Europa League perché non hanno fatto in tempo a consultare il regolamento Uefa.

    4. A Napoli non conta ciò che fai di buono. Ti giocano male i terribili sette Fernandez, Britos, Cannavaro, Inler, Dzemaili, Armero e Maggio? Rafé, è colpa tua, su. L'ha comprati un altro, li ha spremuti un altro, ma è evidente che la responsabilità è tua. Come pure, diciamocelo, l'infortunio di Zuniga. Se quel furbacchione ha ritrovato nel suo ginocchio anche il cubo di Rubik di quand'era piccolo, se ha trattato tutta l'estate con squadre del Nord, se ha firmato un rinnovo folle e poi è andato ai box per rifarsi nuovo in vista dei mondiali, è tutta colpa tua, su. Non ti sembra ovvio? No? Neanche a me, ma che ci vuoi fare.

    5. Non ti chiedere perché definiscano Aurelio De Laurentiis un pappone e non un eroe. E neanche perché pensino con nostalgia a Corrado Ferlaino che per due scudetti e un'Uefa con il più grande giocatore della storia del calcio ce l'ha fatta pagare con 10 anni di sofferenze inenarrabili. Non chiederti neanche perché di questi tempi, un anno fa, demolivano Mazzarri e ora demoliscono te. Magari sono sempre gli stessi a farlo.
    Non chiedertelo, non saprebbero risponderti. Questi qua contestavano pure Diego Armando Maradona, uno gli mise persino 3 in pagella. Al Careca che segnava gol a raffica negli anni già bui diedero del coniglio bagnato.

    6. Se domani vinci, diranno che sei un genio. So che è vero, ma non crederci lo stesso. Dopo un pareggio in casa con il Milan tornerai un brocco.

    7. Lo so. Non capiranno mai la differenza che c'è tra Zapata e Osvaldo, Quagliarella, Vucinic e Giovinco tutti insieme. O tra Duvàn e Destro e Llajc, insieme pure loro. Guarda, non arrivano a capire neanche quella con Matri, per dire.
    Io sto ancora tentando di spiegargli che Britos e Fernandez uniti non valgono un Castan tutto intero, mezzo Bonucci e tre quarti di Savic. Che come loro, attualmente, c'è solo il Roncaglia di quest'anno. Che persino la linea difensiva dell'Inter fa cose migliori e che uno come Zapata (il difensore) tu te lo sogni la notte. Come? De Rossi, Strootman, Pjanic, Pogba, Pirlo, Vidal, Borja Valero, Pizzarro, Aquilani? E quello più forte che hai tu a centrocampo ha 21 anni e viene dal Verona? Lo so, Rafa, hai ragione, ma ora calmati.

    8. Attenzione, me compreso (ti ricordi? Ti consigliavo la cazzimma e di sferzare di più lo spogliatoio), sono tutti fini psicologi. C'è chi nello sguardo di Higuain vede ormai un'invincibile malinconia, chi in quello di Hamsik la voglia d'altri lidi, chi infine in quelli di Reina già Liverpool. Poi magari non capiscono che Raul Albiol e Callejòn sono esausti, nonostante la disperazione dei loro occhi. Oh, sono infallibili: Hamsik è ancora qui, Zuniga pure, e l'avevano dati per "strisciati" nel cuore e nell'animo. Per dire, Higuain doveva partire già a gennaio, lo sapevi?

    9. Lo so, leggi i social, i siti e pensi siano tutti contro di te. Poi vai in giro e la gente ti sommerge d'affetto. Magari qualcuno lo riconosci pure dalla foto, ma lui giura di esserti devoto. Si chiamano leoni da tastiera: farebbero la rivoluzione se potessero, ma sempre ben seduti sulla loro poltrona. Sì, un po' come Inler.

    10. Non fare, non facciamo di tutta un'erba un fascio. Ci sono tanti tifosi e tanti luoghi d'analisi e informazione - non solo Extranapoli, pensa al Napolista, al Ciuccio - che hanno capito cosa sei venuto a fare qui. Che vogliono che tu lo faccia. Che il fatto che tu sia qui e il come stai vivendo Napoli, vale più di una Champions. Ti hanno raccontato, sì, della Terra dei fuochi? Noi, di solito, prendevamo la monnezza dal Nord e la sotterravamo qui, uccidendo i nostri posti più belli e fertili. Per un posto al sole o solo per qualche denaro. Ecco, guarda quelli che ti attaccano: muoiono dalla voglia di scrivere per giornali di Torino, si sentivano al telefono con gli eroi di calciopoli, demoliscono regolarmente il Napoli da almeno vent'anni. Come? Sono tutti figli di questa città? Sì, appunto: lo erano anche quelli che interravano i rifiuti tossici sotto agrumi e nei pascoli delle loro bufale. Siamo un popolo meraviglioso, Rafé, il migliore di tutti. Ma sappiamo anche essere il peggiore, purtroppo.

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