Grillini, leader Gaynet e Arcigay: “Cacciare Sarri dal calcio? Ha sbagliato ma non esageriamo”

Gli insulti dell’allenatore azzurro a Mancini sono omofobi, dice l’ex parlamentare, ma lui almeno ha ammesso l’errore. “Se lo incontro per strada gli dico: hai fatto una cazzata, ora aiutaci nella lotta al pregiudizio”
  • [Foto: globalist.it]

    di Errico Novi

    “Cacciare Sarri dal mondo del calcio? Ma no, io non sono per le punizioni, mi starebbe benissimo se rimediasse con la presenza alla manifestazione organizzata per sabato a Napoli dai nostri amici della sezione Arcigay. Sarebbe bello se ci venisse con tutta la squadra, anzi, e che tutti i suoi giocatori manifestassero per la difesa dei diritti civili”.

    Franco Grillini personifica la battaglia contro la discriminazione e per i diritti degli omosessuali: è stato per una vita numero uno dell’Arcigay – oltre che parlamentare, consigliere regionale in Emilia e varie altre cose – oggi ne è presidente onorario ed è alla guida anche di un’altra associazione, Gaynet, che ha il preciso scopo di promuovere una più corretta informazione sui temi dell’orientamento sessuale. Nessuno insomma avrebbe più titolo di lui a esprimere un giudizio sulle parole rivolte dal tecnico del Napoli a Mancini.

    Insomma, Grillini: ha ragione l’allenatore dell’Inter a invocare per Sarri la ‘cacciata’ dal mondo del calcio?

    Senta, io non sono mai stato per le punizioni, per la galera o comunque per le squalifiche… Con Gaynet siamo molto legati alle associazioni che si battono per l’esiguità della pena. Sì, adesso un po’ di miei associati sono delusi dalla sentenza delle sole due giornate di squalifica, ma insomma…

    Ma se incontra Sarri per strada che gli dice?

    Hai fatto una cazzata, ora cerca di darci una mano nella lotta al pregiudizio. Tra l’altro, va detto che ha riconosciuto l’errore: c’è chi esprime vituperio nei confronti degli omosessuali e non dice niente, almeno lui ha ammesso di aver sbagliato. C’è però una cosa che non mi è piaciuta, nelle interviste che ha rilasciato dopo l’episodio.

    Quale?

    Se n’è uscito con la solita frase ‘ho amici omosessuali’… basta con questa storia, persino Gasparri dice di avere amici omosessuali.

    A proposito di schieramenti politici: lei è stato parlamentare dei Ds, anche Sarri è schierato a sinistra, è legato in particolare a Landini.

    E vabbe’, ma questa non è che sia un’attenuante, al contrario: un uomo di sinistra dovrebbe essere un po’più sensibile a questi temi rispetto a uno di destra. Non si può dire di essere schierati a sinistra e poi fare gli omofobi.

    Perché, Sarri è stato omofobo secondo lei?

    Devo risponderle a bruciapelo o prenderla un po’ alla larga.

    Decida lei.

    D’accordo, allora partiamo dal presupposto che l’omofobia nel mondo dello sport è assai diffusa. L’omosessualità è un fantasma che agita lo sport, perché lo sport deve essere maschile e c’è il pregiudizio che l’omosessualità non sia un elemento di forza ma di debolezza. Il pregiudizio omofobo serve proprio a tentare di allontanare quel fantasma.

    Ancora oggi secondo lei persistono queste distorsioni?

    C’è da dire una cosa: nelle discipline sportive uomini e donne sono rigidamente separati, ed è chiaro che una situazione del genere faccia diventare più forte la pulsione omosessuale. Di mestiere in realtà io farei lo psicologo, se non si fosse intromessa la politica, e so bene che, come insegna Freud, la sessualità va in tutte le direzioni: se ci sono solo maschi finisce che la sessualità si reindirizza a partire dal materiale che c’è a disposizione…

    Fin qui ci siamo.

    Be’ allora le sembrerà evidente che in una situazione del genere c’è l’esigenza di allontanare il fantasma dell’omosessualità proprio perché questo diventa particolarmente pervasivo, e che questa esigenza dà luogo poi anche a forme di aggressività. Gli interessarti non fanno queste analisi, ma i comportamenti omofobi si spiegano proprio come reazioni aggressive a pulsioni che spaventano. Quello di Sarri è un esorcismo di cui lui non può rendersi conto.

    Senta Onorevole, ma non è che la cosa si riduce al fatto che in Toscana dire “sei un finocchio” non equivale necessariamente a “sei un omosessuale” ma più genericamente a “pusillanime”, “uomo debole” (come sostenuto in un altro articolo pubblicato ieri da Extranapoli, ndr)?

    E sì, ma come vede c’è sempre un’impropria identificazione dell’omossessuale come soggetto debole, c’è sempre l’idea che i sentimenti, la sensibilità, siamo pertinenze tipicamente femminili e incompatibili con la forza, che viene ritenuta esclusiva dei maschi.

    Sì ma questo deriva dal fatto che le tradizioni linguistiche sono spesso retrive perché quando si tratta di linguaggio popolare, e di ingiurie in particolare, le parole si adeguano con molta lentezza al progredire dei costumi.

    D’accordo, ma è difficile sostenere che Sarri non si riferisse anche all’identità sessuale di Mancini. Non foss’altro perché proprio la tradizione linguistica di cui lei parla è di per sé ambigua. E glielo dimostra che se a Napoli dite ‘ricchione’, a Roma dicono ‘frocio’, a Genova ‘buliccio’, in Sicilia ‘arrisso’, a Palermo, o ‘purp’, a Catania, e guardate che quantità di termini per definire l’omosessualità maschile, dalle mie parti, a Bologna, diciamo ‘busone’, che però significa sia omosessuale che ‘fortunato’. L’ambiguità delle parole c’è sempre, anche perché corrisponde all’ambiguità del desiderio.

    Mancini dice che insulti come quelli di Sarri spingono a volte i ragazzi al suicidio. In questa evocazione non c’è un uso strumentale del dolore altrui da parte di chi come Mancini vuole semplicemente distruggere un collega?

    Mancini però dice una cosa vera, rilevata da studi condotti anche da noi: c’è una percentuale di suicidi più alta, tra gli omosessuali. Un omosessuale irrisolto o problematico, che magari ha difficoltà a dichiarare pubblicamente il proprio orientamento, per problemi di fragilità psicologica, e in una situazione in cui si sente perduto, può decidere di compiere un gesto terribile.

    È anche vero che, come rivelato dalla Gazzetta dello Sport, lo stesso Mancini nel 2001 aggredì un giornalista della rosea con un ‘frocio di merda’, semplicemente per un articolo non gradito.

    Può darsi si sia ravveduto anche lui, è un trionfo di ravvedimenti, per fortuna… Certo nemmeno ce la si può cavare col solito e inopportuno ‘in campo succede…’, come ha fatto tra gli altri Berlusconi: dicono ‘vabbe’, la cosa è morta lì’, ma nel mondo civile queste cose non succedono. Se succedono e ci si ravvede, meno male. L’importante è non perseverare nell’errore.

    Il Napoli ha organizzato un’amichevole con il San Vito Positano, squadra di cui è presidente onorario Alessandro Cecchi Paone, unico tesserato Figc dichiaratamente gay.

    Tutto bene, per carità: avrei preferito però che venissero alla manifestazione Arcigay. Ma si porta a casa quello che si può.

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