Tutti contro Benitez, ma la colpa è dell’overdose di calcio in tv

A furia di essere bombardati di partite l’empireo del football ci pare sempre a portata di mano. E ci indigniamo se non riusciamo a stare a quei livelli. Così come il fantacalcio ci fa dimenticare che per comprare giocatori ci vogliono soldi veri
  • di Errico Novi

    Chi oggi ha più o meno quarant’anni ed è tifoso del Napoli ha avuto un trauma infantile. Lo potremmo chiamare trauma da albo d’oro. Consiste in questo: la prima volta che sfogli l’album delle figurine (diciamo a sette anni) vedi che il pallottoliere dei trofei juventini è impressionante, pure quello di Inter e Milan fa paura, e poi ci sono sorprese come il Genoa che ha 9 scudetti all’attivo, per non parlare della Pro Vercelli che ne vanta 7. Vai alla pagina del Napoli e leggi: 2 Coppe Italia, una Coppa delle Alpi e una Coppa di Lega italo-inglese. E che è? Ti chiedi cos’hai fatto di male, cominci a sviluppare tremendi sensi di colpa, osservi con invidia il compagno di banco con le stelle dorate sul petto e la riga sempre a posto (all’epoca ce n’erano, alle elementari, e nessuno li vatteva). Poi si sa, la virtù principale dell’essere umano è la capacità di adattamento. E così entri nel personaggio, sai che tu, partenopeo in erba, devi sudare per mettere assieme in una stagione intera un colpaccio a San Siro col Milan e un altro all’Olimpico con la Roma. Però Savoldi e la sua maglia numero 9 sono tutto per te, persino Livio Pin ti sembra un guerriero della luce. È esattamente quello che scrive Boris Sollazzo nel suo #chevisietepersi: tutto ha un prezzo più alto, per noi. Adesso è vero che c’è stato Diego, gli scudetti, e le mille lacrime di gioia e ’O surdato ’nnammurato a piazza Trieste e Trento, vero vero, però il nostro palmares, diciamocelo, vale sì e no quanto quello della Fiorentina ed è di poco superiore alla bacheca della Novese. E allora com’è che mezza Napoli è in rivolta contro Benitez perché quest’anno non vinciamo il tricolore? Come e perché? Ma che ci ha preso?

    Ma ve lo ricordate quante volte eravamo arrivati sul podio in campionato, prima di Diego? Due volte terzi nell’anteguerra, due volte secondi e un altro terzo posto nell’80-81. Poi basta. Cos’è quest'insurrezione per la Juve e la Roma che ci stanno sopra? Io un sospetto ce l’ho: è tutta colpa del calcio televisivo. Dell’overdose che c’è in giro. Da piccolo avevo solo 90° minuto. E poi c’era l’album Panini, fine della favola. Adesso un bimbo di prima elementare c’ha tutte le partite in alta definizione, e quando dico tutte intendo pure quelle dello sfigatissimo campionato francese. Appena il papà gli molla l’iPad o il Pc quello comincia a smanettare sui siti azzurri. Insomma, già da piccoli siamo letteralmente travolti dal pallone. E questa cosa secondo me produce una grave alterazione percettiva. Nel senso che Messi ci sembra un vicino di casa, una cosa a portata di mano. E ci pare assurdo che non lo compriamo, o che non segniamo quanto il Paris-Saint Germain, non spendiamo i milioni del Manchester City e non abbiamo in cassaforte le stesse coppe del Bayern. Tutto è a portata di mano. Ma è una vicinanza virtuale, capite? A furia di coltivare questa familiarità con l’empireo del calcio internazionale ci siamo convinti che non farne parte sia un’indecenza.

    Esagero? Ma io non capisco cosa dovrebbe pensare un tifoso del Verona. E di altre squadre sfigate, il Cagliari per esempio. Ci lamentiamo del fatto che De Laurentiis abbia speso solo una ventina di milioni sui circa quaranta che aveva in cassa. Ma vi rendete conto che ieri il presidente del Consiglio ha festeggiato per un investimento da 500 milioni di uno dei principali fondi sovrani arabi, e che insomma i 20 milioni spesi da De Laurentiis a gennaio sono il 4 per cento di questo celebratissimo accordo internazionale? Se la pretesa di continui successi è probabilmente incoraggiata dalla vicinanza virtuale delle grandi squadre mondiali, la faciloneria con cui reclamiamo spese faraoniche da parte del Napoli trova un’ascendenza nel fantacalcio. E sì, perché anche quest’altra ossessiva forma di pervasione del calcio nelle nostre vite ha una qualche responsabilità. A furia di maneggiare fantamilioni abbiamo perso il senso dei soldi veri.

    I videogiochi fanno la loro parte. Alla playstation che ci vuole a segnare quattro gol al Barcellona? Ecco, noi ci siamo convinti che non ci voglia niente neppure in campo (il campo vero, quello con l’erbetta verde e il terreno che odora quando piove, avete presente?). Tutti isterici, tutti altezzosi. Io faccio faville a Fifa 2014, com’è che Benitez non fa un mazzo così a Conte? Ragazzi, dobbiamo riprendere contatto con la realtà. Arrabbiarci certo. Criticare Rafa per gli errori che sicuramente commette (e non dite che qui siamo scarsi a critiche, leggetevi gli ultimi pezzi di Domenico Zaccaria). Ma la dobbiamo smettere con la logica del che ce vo’. Dobbiamo finirla con la faciloneria, e soprattutto con questa folle suggestione secondo cui Psg e Manchester City sono sempre lì a un passo, solo perché li vediamo su Sky. Ne parla spesso Massimiliano Gallo sul Napolista e io condivido in pieno il suo giudizio. Recuperiamo una volta tanto un pezzetto del nostro fatalismo e soprattutto della nostra allegria. Che se riusciamo a trasmetterla a quelli che stanno in campo vedremo anche risultati migliori. Senza che si debba per forza comprare Messi  e Cristiano Ronaldo.

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