Non ci resta che Pappagone

Intervista a Stefano Sarcinelli. L'attore napoletano torna in teatro a Roma per farci ridere ancora una volta. Con lui è cresciuta una generazione. Ricordate "Sportacus" su Odeon tv?
  • extranapoli

    di Francesco Albanese

    Abbiamo incontrato l'attore e autore Stefano Sarcinelli. Una vita trascorsa sui palcoscenici d'Italia e condita anche da fortunati successi televisivi come il celebre “Sportacus” realizzato insieme a Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti e Francesco Paolantoni.

     

    Passati i cinquant'anni, per te è già un momento di bilanci?

    No, mi sforzo di guardare sempre avanti. Mi viene istintivamente, capita di guardarsi allo specchio ma non mi ci soffermo più di tanto.

    Vivere di teatro in un momento come questo richiede coraggio.

    Ammetto che ci sono delle difficoltà. Oggi fare delle scelte è sempre più difficile, però mi sforzo di guardare il bicchiere mezzo pieno. Se sei positivo, qualcosa di buono ti torna indietro. Conservare un pessimo ottimismo può aiutare e poi questo è anche il momento di assumersi le proprie responsabilità, senza stare troppo a lamentarsi delle colpe altrui (istituzioni in primis).

    Quest'anno ricorrono i vent'anni dalla morte di Troisi e i trenta da quella di Eduardo, ti colpiscono queste ricorrenze?

    Aldilà delle ricorrenze si tratta di due figure fondamentali per chi fa il nostro lavoro. Il loro esempio ci accompagna tutti i giorni al pari di Giorgio Gaber e Fabrizio De Andrè. Artisti che come Dario Fo fanno parte della storia di questo Paese. Eduardo ebbi la fortuna di vederlo recitare dal vivo: quella sera tornai a casa e fissai su un foglio le emozioni provate.

    Ritieni adeguata l'offerta culturale oggi a Napoli?

    Napoli è sempre stata una città d'arte in tutti i sensi: per la sua storia e per i suoi personaggi. La città è uno specchio crudo di una situazione difficile dal punto di vista sociale e civico. Napoli merita qualcosa di più. Ha diritto ad un panorama internazionale con sempre maggiori spazi a disposizione della cittadinanza.

    La tua ultima sfida è “Chiedetelo a Pappagone”, ce ne parli?

    E' uno spettacolo diretto da Enrico Maria La Manna di cui sono molto contento nonostante la fatica che esige. Saremo in scena a Roma al teatro Ambra alla Garbatella dal 4 al 9 marzo, sul palco mi fanno compagnia i musicisti Principe e Socio M, Ugo Gangheri e Carletto Di Gennaro. Si tratta di una serie di quadri recitati che hanno la pretesa semiseria di dare la risposta alle tre domande fondamentali: Chi siamo? Dove andiamo? Perché siamo qua?

    E Pappagone che c'entra?

    Nulla in realtà. Pappagone è l'ultima spiaggia per avere delle risposte. Più che altro si tratta di un omaggio a quella che forse è stata l'ultima grande maschera della commedia dell'arte italiana.

    Adesso le domande difficili, tifi Napoli o come molti tuoi colleghi hai maturato un certo distacco dal calcio.

    Il mio è un tifo moderato. Non faccio parte di quella schiera di attori che oggi seguono le partite sui tablet anche dietro le quinte mentre siamo in scena. Purtroppo la tragedia dell'Heysel mi ha segnato. Per me quello fu un momento molto duro dal quale devo ancora riprendermi del tutto.

    Ironia della sorte molte delle tue fortune televisive le devi proprio a un programma come “Sportacus”, realizzato a cavallo tra gli anni '80 e '90 che del calcio e dello sport faceva la sua fonte d'ispirazione.

    E' stato il programma che più mi ha dato soddisfazione. Un successo inaspettato, nato on the road grazie al lavoro spensierato di un gruppo di amici (Covatta, Iacchetti e Paolantoni ndr) il cui legame resiste ancora oggi. Un progetto che nasceva dallo sguardo disincantato sul mondo dello sport e che si rifaceva in senso ironico al linguaggio di grandi firme come Gianni Brera e Gianni Mura. Ci sono quarantenni che ancora oggi mi fermano per ricordarmi l'epoca di “Sportacus” e devo dire che mi fa piacere aver contribuito in minima parte alla crescita di una generazione.  

    Ps Qui sotto l'intervista video a Stefano Sarcinelli sulla gloriosa stagione televisiva di "Sportacus".

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